Ieri i ministri Cingolani e Franceschini hanno firmato il decreto con cui esprimono giudizio positivo di compatibilità ambientale al progetto di nuova centrale a turbogas proposta da Enel per il sito della Spezia.
Secondo Legambiente c’erano tutti gli elementi per chiedere quantomeno un approfondimento dell’istruttoria; come i dubbi, sollevati dall’istituto superiore di sanità (nonostante l’inspiegabile giudizio positivo finale al turbogas) sugli impatti sanitari pregressi nell’area spezzina legati alla presenza della centrale e sugli impatti previsti dalla nuova unità a turbogas, e quelli posti dalla stessa commissione di valutazione di impatto ambientale, sulla mancanza di uno scenario ad opzione zero contrapposto alla proposta di nuova centrale.
Legambiente ritiene fortemente sbagliata e incomprensibile questa decisione perché non ha tenuto in alcuna considerazione le motivazioni contrarie che da più parti, istituzionali e della società civile, si sono levate dal territorio sul progetto di permanenza di una grossa centrale da fonte fossile.
Inoltre, è una decisione inaccettabile considerando che è stata presa senza aver prima aggiornato il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (Pniec). Un aggiornamento necessario per mantenere gli impegni europei di abbattere le emissioni climalteranti di almeno il 55% entro il 2030.
È una decisione che accontenta le lobby dei fossili più che fare l’interesse pubblico e traghettare il nostro paese verso il futuro rinnovabile.
Lo stesso aggiornamento deve essere apportato al piano energetico della Regione Liguria.
Ora l’azione deve dispiegarsi su più fronti: chiedere con forza al Presidente della Regione di stilare da subito una delibera in cui ci si impegni concretamente sulle posizioni espresse a voce di contrarietà a questo progetto. Occorre motivare bene il no all’intesa con argomenti tecnici e politici inoppugnabili chiedere al governo di ridefinire i criteri nazionali in merito al ruolo del gas nella transizione, alla luce degli obiettivi di contenimento della crisi climatica, sottoscritti dallo stesso Cingolani a Glasgow.
Chiediamo agli enti locali del territorio di tenere dritta la barra delle posizioni assunte dai Consigli Comunali di Àrcola e La Spezia (e dello stesso Consiglio Regionale) anche valutando tutte le azioni possibili, compresi i ricorsi in via amministrativa.
Come Legambiente ci impegniamo, assieme alle altre forze e sigle coinvolte, ad aumentare il grado di coinvolgimento della popolazione spezzina su questo, con un crescendo di iniziative di lotta.
Legambiente La Spezia