Esprimo soddisfazione rispetto al pronunciamento della Consulta che ieri ha definito incostituzionale quanto contenuto nel decreto Salva Italia in merito alla trasformazione e al riordino delle Province.
Di fatto si riconsegna a questi Enti la giusta dignità costituzionale, da mesi calpestata da una serie di provvedimenti disorganici ed inefficaci. L'errore di fondo nasce dall'aver pensato che si potesse modificare la fisionomia di un Ente previsto dalla Costituzione attraverso una manovra finanziaria. Oggi si ristabilisce un principio importante: la Costituzione si modifica attraverso i percorsi che essa stessa prevede. L'altro motivo di soddisfazione è legato inoltre alla battaglia di tutti coloro che, come me, credono nel ruolo dell'Ente intermedio, rappresentante del principio di prossimità rispetto ai bisogni dei territori. Il pronunciamento della Consulta ci consegna un'occasione che non va sprecata ovvero quella di riordinare il Paese nel suo insieme, senza posizioni di retroguardia o di difesa dell'esistente. Dobbiamo tutti renderci disponibili in un'ottica di riforma complessiva e condivisa che metta al centro il ruolo dei territori e della rappresentanza democratica. Nell'immediato ci sono però due forti preoccupazioni cui dare una risposta. Una è rappresentata dal vuoto normativo che si è creato in seguito al pronunciamento della Consulta per cui ci sono ben 23 Province Italiane, compresa la nostra, commissariate in base a un decreto da oggi non più valido. L'altra di natura economica. In questi mesi le casse delle Province sono state svuotate proprio in vista della loro trasformazione e quello che si sta facendo in regime di commissariamento è frustrante perché si è continuato a svolgere le proprie funzioni senza un euro con il risultato drammatico di non aver saputo e potuto dare alcuna risposta ai bisogni delle comunità. Oggi che alle Province viene ridata la dignità costituzionale credo sia necessario essere conseguenti anche dal punto di vista finanziario. In attesa di una riforma dei livelli istituzionali di cui il Paese ha certamente bisogno, è necessario mettere anche le Province in condizione di svolgere il loro ruolo.
Marino Fiasella, Presidente dell'Unione delle Province liguri e Commissario straordinario della Provincia della Spezia