"Possiamo continuare a costruire navi militari andando a rifornirci per le armi dai tedeschi o dai francesi? Se vogliamo essere competitivi e rimanere al vertice una simile soluzione sarebbe impraticabile oltreché del tutto inadeguata - afferma l'esponente del Partito Democratico Franesco Battistini - Se è vero che OTO Melara è fondamentale per La Spezia e la Liguria a maggior ragione è vero come essa lo sia per l'Italia, per lo sviluppo economico del Paese e per l'intero comparto industriale.
Leonardo non può vendere lo stabilimento spezzino a una società straniera. Se vuol cederla deve farlo a Fincantieri che ha tutte le carte in regola per acquisirla anche con l'intervento di Cassa Depositi e Prestiti".
Puntualizza l'ex Consigliere regionale: "Nell'operazione, è logico, si debba almeno garantire i livelli occupazionali attuali, il mantenimento dello stabilimento sul territorio spezzino, la valorizzazione dell'indotto e dei fornitori locali e nazionali e gli investimenti sui reparti presenti senza spacchettamenti, destrutturazioni o trasferimenti.
Per anni abbiamo sentito parlare di un polo della Difesa alla Spezia. Per anni l'Italia si è vantata di aver pochi rivali, nel mondo, nelle tecnologie navali e militari. Da anni Fincantieri è, con la sua produzione navale, tra i leader industriali mondiali.
Se l'idea balzana di vendere a una società straniera dovesse prendere ulteriore corpo potremmo dire addio a tutto questo".
"Bono deve dichiarare la disponibilità di Fincantieri a finalizzare l'operazione industriale e il Governo deve intervenire in questa direzione. Il Primo Ministro Draghi non può mostrarsi sordo e cieco difronte a questo scenario. La Regione Liguria e il Comune della Spezia devono attivarsi immediatamente con un tavolo che metta a sedere sigle sindacali e rappresentanze industriali coinvolte. Non c'è tempo da perdere", conclude Francesco Battistini.