Da quando un consorzio Franco Tedesco si è posto in competizione con Fincantieri per l’acquisizione della BU Sistemi Difesa (SDI) di Leonardo, il dibattito sulla cessione della ex OTO Melara e della ex WASS è uscita dal pigro torpore delle cronache locali e ha assunto dimensione nazionale.
L’ipotesi ‘spezzatino’ sarebbe iattura insostenibile, dato che le funzioni operative di questa Azienda sono di fatto indivisibili. Mentre l’opzione Franco tedesca spaventa per i possibili scenari ma è coerente sui principi di costituzione di un sistema di difesa europeo, di cui l’industria è componente fondamentale. Sul piano industriale sarebbe una soluzione caratterizzata da largo livello di complementarietà che dovrebbe quindi supportare lo sviluppo del mercato internazionale su larga parte della produzione di SDI e irrobustire dove SDI è più debole, almeno per il mercato nazionale, nel segmento terrestre, un business di cui KMW e Nexter sono leader mondiali.
Resta il serissimo problema della cessione degli asset tecnologici e del mantenimento del livello occupazionale: l’istituto della Joint Venture ha funzionato bene per MBDA ma in questo caso la sproporzione della quota nazionale rispetto ai colossi FrancoTedeschi sarebbe evidente. Trattandosi della cessione di asset strategici per la sicurezza e la difesa degli interessi della nazione, pensare quindi a una soluzione diversa da Fincantieri è istintivamente impensabile. Tanto più che l’acquisizione di Sistemi Difesa si porta in dote un vero e proprio patrimonio di know how tangibile e intangibile che non sarebbe facile ricostruire e che è tale anche e soprattutto grazie agli investimenti finanziati dal contribuente nazionale. C’è da considerare inoltre che si tratta di una società in ulteriore espansione, leader mondiale nel mercato di riferimento.
Tuttavia a una più approfondita analisi viene il dubbio che la soluzione che meglio tuteli gli interessi nazionali, il presidio delle esigenze occupazionali, la tutela del patrimonio tecnologico e che non rallenti lo sviluppo del business non sia così facilmente eleggibile. Fincantieri garantirebbe oggi gli interessi nazionali e il mantenimento dei livelli occupazionali, ma dato il particolare tipo di business non è detto che un giorno, come oggi accade con Leonardo, non si trovi a considerare Sistemi Difesa non strategica, il che non è ipotesi così improbabile, dato che sia per Fincantieri che per Leonardo SDI è fornitore di sottosistemi. Inoltre, i prodotti di SDI sono soprattutto venduti ai cantieri competitor di Fincantieri, il che potrebbe non essere di impulso allo sviluppo del mercato.
Non è infine chiaro quali siano i piani di Via Cipro per le artiglierie campali e i mezzi corazzati di SDI, di cui l’azienda spezzina è fornitore principale per l’Esercito Italiano. Tante le ipotesi sul tavolo e molte le incertezze: a questo punto indispensabile conoscere gli aspetti più qualificanti delle proposte in gioco. Occupazione, Modello di Business, Investimenti e Regole di Governance innanzitutto. Tenendo presente che non si tratta di trovare collocazione a una società in difficoltà ma anzi di assecondarne il trend stabilmente in espansione, nonostante da tempo Leonardo non la consideri strategica, mentre il prezzo dell’operazione può considerersi secondario: sia Finmeccanica che Leonardo su SDI hanno investito ben poco! Che è disposta a fare adesso Fincantieri? OTO e Wass non sono le aziende in crisi e da salvare come era a metà anni '90. Non si tratta solo di preservare forza lavoro e tecnologie, si tratta di investire per espandere il business. Un vantaggio a ben vedere è che lasciassero lavorare l’Azienda come ha sempre fatto, proteggendo, se non aiutando, la crescita e lo sviluppo e restituendole quell’autonomia che Leonardo pare averle tolto.
Cantiere Liberale