"Abbiamo incontrato la segretaria del sindacato Anaao-Assomed e dirigente medico dell'ASL5 La Spezia Michela Ardini, per capire la situazione della sanità locale in prospettiva della costruzione del Felettino e fare il punto sui servizi ospedalieri. In questo confronto sono emerse le gravissime criticità che, a breve, la sanità spezzina si troverà ad affrontare non potendo più riuscire a garantire un adeguato livello di servizi ai propri cittadini".
Lo dichiara il consigliere regionale Paolo Ugolini a margine dell'incontro.
"Il nuovo Felettino sarà una risposta concreta a tutte le carenze dell'ASL 5 spezzina? Purtroppo, no – riporta poi il consigliere illustrando la relazione -. Ardini sottolinea infatti che avere un nuovo ospedale sarà importante per la città e il territorio, ma se nel frattempo non verrà realizzato un progetto di sviluppo della macchina sanitaria spezzina, il tutto sarà inutile e il nuovo ospedale rischierà di diventare solo un grande scatolone vuoto. Numeri alla mano, che se la direzione sanitaria dell'ASL 5 non dovesse predisporre, da subito, un progetto per organizzare la sanità ospedaliera sul territorio, in breve finiremo definitivamente allo sbando".
"Il progetto di riorganizzazione è vitale per evitare lo svuotamento di reparti specializzati ormai depotenziati, la perdita di personale qualificato, la chiusura di ambulatori, la riduzione di posti letto e, di conseguenza, l'emorragia di pazienti. L'ASL spezzina dovrà urgentemente avviare un piano di sviluppo e di riassetto della macchina ospedaliera spezzina capace, in modo puntuale, di traguardare il futuro della sanità sul territorio; imprescindibile per questo l'avvio di un confronto proficuo con chi lavora (personale sanitario e non) nei diversi presidi di Spezia, Sarzana e Levanto", continua Ugolini riprendendo i concetti sottolineati da Ardini.
"Il primo problema irrisolto, a cui la direzione non sta dando soluzioni (basterebbe che il neo-incaricato condividesse idee e progetti) è il piano di assunzioni: la sua mancata attuazione sta portando al collasso gli ospedali di ASL5. Bisogna assumere sia per coprire le carenze di organico, ormai croniche in tutti i reparti, sia per garantire un livello di servizi e di assistenza in linea con un paese civile".
"In tutti i reparti, e i dati riportati sono preoccupanti, non si riesce a garantire il personale medico e infermieristico in numero sufficiente alle necessità di cura dei pazienti. La carenza strutturale di personale, aggravata dall'età media dei medici di ruolo prossimi alla pensione, è dovuta prevalentemente al fatto che in ASL5 da anni non vengono banditi i concorsi per le figure necessarie, neppure laddove già autorizzati da A.Li.Sa. Inoltre, nei pochi concorsi banditi, il numero degli assunti è spesso inferiore al numero dei posti messi a disposizione (scarsa partecipazione agli stessi/rinuncia dei vincitori). Infine, si verifica che chi accetta l'incarico abbandoni poi il posto dopo pochi mesi, spesso per trasferimento in altre ASL più appetibili".
"La scarsa attrattività lavorativa di questa ASL, come spiega la dottoressa Ardini, è dovuta alla concomitanza di sovraccarico di lavoro, alla difficoltà di lavorare in strutture eccessivamente dislocate sul territorio, spesso strutture disagevoli, vetuste e poco accoglienti dotate di pochissimi mezzi, stipendi sovente inferiori ad altre regioni, la mancanza in molti reparti della figura del Direttore, il quale, oltre a conferire "forza contrattuale" al reparto rispetto all'Azienda, porta esperienza e competenze, e garantisce progettualità per il futuro".
"Inoltre, nei concorsi banditi vi è un eccessivo e ingiustificato ricorso al tempo determinato che, oltre a creare meno interesse in figure professionali come i medici, già pochi e contesi a livello nazionale, comportano per l'Azienda una soluzione temporanea, a fronte di una carenza di personale cronica ed estesa".
"Quanto agli infermieri, vi è un ingiustificato ricorso alle assunzioni di interinali, anche a fronte di graduatorie disponibili, e questo ha comportato notevole discontinuità nel servizio di assistenza. Questi rapidi turnover, spesso dovuti a scadenze di contratto con le ditte o perché vincitori di concorso in altre ASL, hanno determinato negli anni un sovraccarico di lavoro per gli infermieri di ruolo. Si dimentica spesso che gli infermieri, oltre ad avere una preparazione di base generale, acquisiscono lavorando continuativamente o per periodi prolungati in determinati reparti, competenze specifiche che contribuiscono a creare strutture di eccellenza".
"La diffusa carenza di personale medico e infermieristico determina un impatto negativo sull'operatività della struttura (nuova o vecchia che sia). Ad esempio, di sette sale operatorie presenti nel presidio spezzino "Sant'Andrea" se ne possono utilizzare contemporaneamente solo due sia per inagibilità che per mancanza di personale infermieristico e di anestesisti, determinando così il sottoutilizzo delle poche sale a disposizione, dei pur pochi chirurghi e rendendo fattivi solo pochi interventi e allungando le liste di attesa".
"Da qui il campanello di allarme. Se direzione e Azienda non appronteranno con urgenza un piano di sviluppo che pensi e progetti con azioni condivise, ben definite e urgenti, l'offerta dei servizi medici ospedalieri della provincia, si può già dire che per la sanità spezzina non ci sarà alcun futuro. Se non si cambia rotta, quando sarà terminata la costruzione del nuovo Felettino, non ci sarà personale medico preparato e di eccellenza per avviare i reparti, non ci saranno infermieri preparati a lavorare in staff nelle specialità, come neppure il personale OSS. Non ci saranno neppure i pazienti, che nel frattempo - come già succede oggi - avranno preso per curarsi, la via della vicina Toscana (Pisa e Firenze) o dell'Emilia-Romagna (Parma).
"Bisogna agire subito. Perché siamo già in ritardo", conclude Ugolini.
MoVimento 5 Stelle Liguria