"Una nuova istanza d’intervento urgente per bloccare l’iter del progetto di digestore da 90.000 tonnellate di rifiuti organici a Saliceti è stata inviata dai comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta! e Acqua Bene Comune e dalle associazioni Italia Nostra e Cittadinanzattiva al ministro dell’ambiente Sergio Costa e al sottosegretario Roberto Morassut", così in una nota il comitato "Sarzana, che botta!".
"Dopo la porta in faccia sbattuta dal presidente della Regione Giovanni Toti alla lettera dai toni cordiali del ministro, che richiamava ai principi di leale collaborazione istituzionale sanciti dalla legge, e la conclusione - il giorno successivo - della Conferenza dei servizi con il benestare al progetto di Iren/Recos, i movimenti ambientalisti chiedono un intervento più deciso per bloccare il progetto e rispondere allo sgarbo istituzionale.
Chiedono cioè al ministro di rispondere alla protervia del presidente Toti e di procedere senza ulteriori indugi alla diffida alla Regione Liguria a non dare seguito alle conclusioni della Conferenza dei servizi. Chiedono inoltre di predisporre l’ordinanza cautelare per adottare “le necessarie misure provvisorie di salvaguardia” a tutela delle acque secondo le direttive europee, tutte ispirate ai principi di precauzione e prevenzione dei rischi, e della salute e al rispetto della legislazione vigente in materia di pianificazione della gestione dei rifiuti e in materia di VAS.
Comitati e associazioni richiamano anche una loro denuncia inoltrata al ministro il 25 novembre che segnalava anche la violazione del decreto Galasso sulla distanza di rispetto di 150 d’impianti dagli alvei del fiume. Il digestore a Saliceti dovrebbe sorgere a 75 metri dall’alveo del Magra. La diffida e l’ordinanza cautelare sono – come ha provocatoriamete ricordato la senatrice della Lega Stefania Pucciarelli, lamentando il ritardo nell’intervento– nei poteri del ministro in base alla legge 34 del 1986, che istituì il ministero quando ricorrono gravi violazioni di normative europee.
E allora i movimenti ambientalisti forniscono un’altra carta al ministro Costa: il Contributo istruttorio del Parco regionale Magra Montemarcello all’inchiesta di VIA sul progetto. Il “Contributo” inviato dal Parco il 25 giugno 2019 non figurava tra le carte della Conferenza dei servizi. Il direttore del Parco Antonio Perfetti ricorda che si continua a parlare di “SIC” (Sito d’interesse comunitario) quando si deve parlare di ZSC (Zona Speciale di Conservazione) secondo la normativa europea, perché sono state assunte le Misure di Conservazione a tutela dell’habitat particolarmente ricco di flora e di fauna (uccelli e anfibi protetti).
Le “Misure” richiamano le norme di Natura 2000 emanate col Decreto del Presidente della Repubblica 357 del 1997. Tra gli interventi non ammessi nelle aree ZSC sono “l’apertura di nuove discariche e degli impianti di trattamento e smaltimento di fanghi e rifiuti”.