Entroterra, con la ripresa di settembre altre giornate di passione per i trasporti. Frutto della politica di Toti e Berrino, che da un lato annunciano “più carrozze” ma dall’altro commissionano un monitoraggio sul rispetto del contratto di servizio da parte di Trenitalia. Però, invece di guardare a parametri come la puntualità o la pulizia dei treni, si concentrano su quanti passeggeri salgano e scendano nelle stazioni, soprattutto quelle minori. Probabilmente l’obiettivo è giustificare un ulteriore taglio alle fermate, appigliandosi al fatto che si tratta di stazioni poco frequentate. Il fatto è che quelle stazioni sono poco frequentate perché il servizio è già al lumicino, quindi i potenziali passeggeri sono costretti a utilizzare altri mezzi, per la maggior parte privati.
2 considerazioni, molto semplici: primo, si chiede sempre di usare meno le auto, ma poi non ci sono treni; secondo, per Toti “unire costa ed entroterra” resta soltanto uno slogan, smentito sistematicamente dai fatti. La realtà è che alla fine di agosto non sono stati reintrodotti il 100% dei treni operativi nel periodo pre-covid, i tempi di percorrenza si allungano, i costi per le casse pubbliche e per l’utenza sono ingiustificati dalla qualità del servizio.
Tutto questo ha conseguenze pratiche e oggettive, soprattutto per gli studenti, per i lavoratori e per le persone che abbisognano di cure presso gli ospedali cittadini. Pensiamo ad esempio a lavoratori come gli infermieri, impegnati in servizi di pubblica utilità e sottoposti a turni: 8 ore di lavoro e magari 5 di viaggio, fra andata e ritorno. Inaccettabile. Fra i più penalizzati, gli abitanti della Valle Stura: dopo un’estate praticamente senza treni, adesso scoprono che dall’11 settembre mancheranno all’appello 4 treni giornalieri, rispetto a un’offerta già scarna e a un orario purtroppo cadenzato solo sulla carta. Risultato: un’altra decurtazione pesantissima che si tradurrà in ulteriore traffico autostradale e stradale. Magari con un casello fuori uso, come in questi giorni a Masone, o la ex SS456 chiusa per allerta meteo.
Gianni Pastorino
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