Ma la Regione si sta attrezzando per gestire la mobilità pubblica dal 4 maggio in poi? A sentire i resoconti dell'incontro con i sindacati di ieri sembrerebbe di no.
Eppure il dpcm del 26 aprile ribadisce, confermando quanto già disposto con dpcm del 10 aprile, il ruolo del Presidente della Regione nella programmazione del servizio alla luce della ripresa delle attività e dei criteri di distanziamento, che dovranno essere assicurati. A pochi giorni dal 4 maggio non si sa ancora nulla.
Non si sa quale sia il volume dell'offerta di servizio che si intende predisporre, posto che, dovendo garantire la distanza interpersonale di un metro, occorrerà potenziarlo anche rispetto ai livelli pre-Covid-19.
Non si sa come si intenda garantire omogeneamente il distanziamento, non solo sugli autobus, ma anche sui treni (1 passeggero ogni quattro posti o ogni due?).
Non si sa chi eserciterà i controlli e quali sanzioni saranno previste.
Non risultano incontri con le associazioni di categoria del mondo delle imprese per coordinare i flussi di mobilità con le aperture e le chiusure delle attività, né se si sia pensato di scaglionare gli uni e le altre su fascia orarie diverse nell'arco della giornata, come previsto dall'allegato 9 del dpcm del 26 aprile.
Non si sa neppure quanti nuovi flussi siano attesi.
Né si hanno notizie del progetto di bigliettazione elettronica della Regione (una chimera da molti anni), che mai come ora sarebbe utile per una ordinata gestione dei flussi.
Non risultano indirizzi dati ai Comuni perché convochino i mobility manager delle proprie aziende di trasporto pubblico, per assicurare una gestione razionale del passaggio alla fase 2.
Invece di baloccarsi con i codici Ateco e giocare allo scarica barile con il Governo sarebbe quanto mai utile che la Regione si occupasse delle proprie prerogative. Non dovevamo certo aspettare un dpcm per scoprire che il trasporto pubblico rientra tra i compiti fondamentali delle Regioni.
Vogliamo solo sperare che la Regione Liguria non voglia scommettere sul caos per il prossimo 4 maggio. Sarebbe da veri irresponsabili. Ma anche non fare niente per spirito di inerzia sarebbe cosa grave e ci auguriamo per i liguri che non sia così.
Le Regioni, compresa la Liguria, chiedono autonomia. Ma anziché occuparsi di funzioni che appartengono al Governo dovrebbero essere almeno in grado di esercitare le loro competenze fondamentali, come il trasporto pubblico.
Gruppo PD in Regione Liguria