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A Brugnato sarà realizzato il Polo regionale di Protezione Civile, l'Assessore Giampedrone risponde a timori e polemiche In evidenza

Dai motivi dello spostamento al futuro della sede di Santo Stefano.

A Brugnato verrà realizzato un nuovo polo logistico regionale della Protezione Civile, che si andrà ad affiancare a quello già presente a Villanova d'Albenga, andando in questo modo a "coprire" tutto il territorio ligure. Il primo passo è stato già fatto, con lo stanziamento di 200mila euro dal Fondo Strategico Regionale per la prossima acquisizione del terreno da ASL5, nelle prossime settimane lo stanziamento di ulteriori fondi per stilare il progetto e per la fase realizzativa.

Grande soddisfazione viene espressa dal sindaco di Brugnato: "Brugnato è in posizione strategica. L'area in questione è stata scelta sia per la collocazione facilmente raggiungibile dal casello autostradale, sia per la presenza di importanti presidi di intervento e di emergenza, tra cui i Vigili del Fuoco, il 118 e le squadre di soccorso fluviale. L'Amministrazione Comunale di Brugnato desidera esprimere un doveroso ringraziamento alla Regione Liguria, in primis all'Assessore Regionale Giacomo Giampedrone e al Presidente Marco Bucci per essersi fatti carico di impegnare i fondi per l'acquisto dell'area della futura sede della Protezione Civile Regionale, che diventerà un nuovo e grande punto di riferimento per le squadre di emergenza del nostro territorio, della Provincia Spezzina e di tutto il Levante Ligure".

Plaude e parla di scelta strategica anche il sindaco di Riccò del Golfo Loris Figoli: "Resto stupito e trasalgo, per il rifiuto di uno sparuto gruppo di colleghi sindaci rispetto alla scelta compiuta da Regione Liguria di effettuare un investimento di portata strategica per tutto il levante ligure e l’intero Territorio Regionale concentrato nella nostra Provincia.
Auspico che noi sindaci della Val di Vara, nondimeno della Spezia e di tutto il Levante Ligure, saremo in grado di comprendere la portata dell’investimento che la PROTEZIONE CIVILE REGIONALE realizzerà a Brugnato: logisticamente davvero baricentrico tra Genova e Luni!
La Protezione Civile non è un ente locale di organizzazione provinciale, secondo la mia esperienza (sono sindaco da oltre dieci anni) la “colonna mobile” e le attrezzature di emergenza nella disponibilità regionale sono direttamente connesse a una organizzazione scientifica/tecnica/amministrativa che prescinde dalle competenze degli enti locali e fa riferimento alla Centrale operativa di Genova.
Oggi, da cittadino prima che da amministratore e da sindaco, plaudo a una scelta che non sia “genovacentrica” ma riscontri con concretezza sul POTENZIAMENTO dei servizi di emergenza in un territorio fragile (la Val di Vara) ma perfetto sotto il profilo logistico ed in sinergia col già presente e operativo 118".

Una decisione però, quella dello spostamento, che ha suscitato non poche polemiche ed anche timori.

L'amministrazione di Santo Stefano esprime la propria contrarietà, attraverso le parole del vicesindaco ed Assessore alla Protezione Civile Jacopo Alberti: "Sentiamo spesso ringraziare, a parole, i Volontari di P.C. indicandoli (giustamente) come il motore che muove la macchina di Protezione Civile. Ma quale dignità e rispetto gli vengono poi nei fatti riconosciuti se una scelta di questo tipo viene calata dall'alto da Regione Liguria senza alcuna condivisione? E ancora mi chiedo, è davvero possibile che Santo Stefano sia baricentrica e funzionale alla provincia solo quando fa comodo agli altri?
Come Amministrazione siamo fermamente contrari alla scelta di Regione Liguria di sopprimere l'attuale sede di Protezione Civile con spostamento dal nostro comune a quello di Brugnato.
Una scelta illogica e sbagliata, presa da Regione Liguria senza alcun confronto, escludendo ogni partecipazione dei soggetti interessati. È poi evidente il tentativo politico di ridurre l'attuale discussione a una lotta di quartiere fra Val di Magra e Val di Vara; territorialità, entrambe, vittime della stessa scelta scellerata. Il tentativo di "distrazione di massa" è evidente ma non esiste una contrapposizione fra i due territori.
Se Regione Liguria ritiene di dover dotare Brugnato di un nuovo centro di P.C. lo faccia, è giusto, ma perchè sopprimere l'attuale Polo santostefanese che da oltre 20 anni rappresenta un centro di eccellenza, riferimento per tutti i Volontari di provincia e Val di Magra (che numericamente sono la maggioranza)? Restiamo sui fatti, senza campanilismi. Possibile che un centro, riconosciuto come eccellenza da oltre 20 anni, sia diventato di colpo inidoneo?
Parliamo alla fine del tentativo di Regione Liguria di smantellare un centro che funziona benissimo, già dotato di: piazzola per elicottero; accesso diretto alla ferrovia; accesso diretto all'autostrada; mensa che all'epoca dell'alluvione del 2011 sfornava oltre 300 pasti all'ora; dormitori per 40 persone; autorimessa per almeno 10 mezzi; magazzini per attrezzature; sala multimediale per la formazione e un piazzale enorme adatto a trasformarsi tendopoli in caso di emergenza. A colpo d'occhio si capisce cosa perdiamo; meno comprensibile è invece cosa andremmo a "guadagnare" in termini di funzionalità. Benissimo quindi l'attuale e comprensibile levata di scudi dei Volontari che mi sento di condividere pienamente. Speriamo che Regione Liguria possa rivedere l'attuale progetto, avviare subito un tavolo di confronto, con i Volontari in primis, e almeno conservare l'attuale Polo santostefanese come Polo Provinciale".


Il Consigliere PD del Comune della Spezia Dino Falugiani, ad esempio, ha presentato una interpellanza chiedendo di "riservare al territorio di Brugnato l’eventuale sede di un presidio per la Val di Vara", ma "indicando nel territorio di S. Stefano
Magra il naturale collocamento dell’hub provinciale della Protezione Civile".

 

I timori maggiori, infatti, sono relativi alla futura destinazione del polo di Santo Stefano e vengono espressi anche da un esperto del settore, docente universitario e storico volontario come Emilio Ardovino, che propone: "Se la regione ha deciso per una delocalizzazione delle sue attività, secondo la mia esperienza teorico e pratica svolta in questo 30 anni di Servizio Volontario, il Polo di Santo Stefano potrebbe diventare una realtà Provinciale che vada a servire tutti i Comuni afferenti a Spezia e Val di Magra, senza disperdere il fantastico contributo di Tutti i Volontari della Protezione Civile che ne hanno fatto la Storia in questa provincia".

Timori vengono espressi anche dalla Consigliera regionale PD Carola Baruzzo: "La vicenda dello spostamento della sede della Protezione Civile di Santo Stefano Magra è assurda. Recentemente, ho incontrato alcuni volontari preoccupati da voci che circolavano sul possibile trasferimento della loro sede di coordinamento provinciale, che è anche sede regionale del parco mezzi. Neanche il tempo di approfondire e quei volontari, da anni in prima linea ad assisterci e salvarci nei momenti più difficili, hanno trovato conferma di quelle voci sui giornali. Idem i sindaci della zona.
La Regione e l'assessore Giampedrone come possono pensare di trattare così delle persone che, a livello totalmente volontario, svolgono un lavoro tanto prezioso e di non confrontarsi minimamente né con loro né con le amministrazioni locali?
Se la nuova sede di Brugnato sia o meno la più idonea, è una considerazione che dovrebbe nascere da un confronto con chi è in prima linea e conosce bene esigenze e problemi. L'assessore Giampedrone dovrebbe scusarsi e riaprire con urgenza quel dialogo coi volontari e con i sindaci che è totalmente mancato".

A spiegare i motivi della decisione presa dalla Regione è l'Assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Raul Giampedrone: "Quello che intendiamo realizzare a Brugnato sarà un polo logistico regionale di protezione civile, punto di riferimento per tutta la Liguria, al pari di quello a Villanova d'Albenga. Il nostro orizzonte è la crescita costante del sistema di protezione civile del Paese e su questo credo che tutti dovremmo lavorare uniti. Abbiamo investito in questi anni più di tre milioni di euro per il rinnovo pressochè totale della nostra colonna mobile che oggi è un patrimonio straordinario, impegnato pochi giorni fa anche in Toscana. Questo patrimonio va sostenuto e tutelato anche con sedi regionali che siano al passo con i tempi. Con questa consapevolezza, scaduto il contratto di affitto con Rfi che è costato 12mila euro all'anno per oltre 20 anni per la sede di Santo Stefano Magra, ormai non più idonea sotto molteplici aspetti per il raggiungimento degli obiettivi regionali prefissati, è giunto il momento di fare un salto di qualità anche logistico e infrastrutturale, costruendo una nuova sede all'avanguardia e moderna di proprietà regionale, che consentirà di fare crescere ulteriormente la capacità di risposta immediata ed efficace del sistema di protezione civile regionale in caso di bisogno. Dopo i 200mila euro di risorse del Fondo strategico per l'acquisto del terreno (ex Asl5) approvati pochi giorni fa, nelle prossime settimane ci sarà un ulteriore stanziamento senza precedenti per costruire la base logistica regionale: ritengo quindi che questa scelta, coraggiosa e di lunga visione, meriti solo grande sostegno da parte delle istituzioni locali, tenendo sempre presente che è nell’interesse e nell’obiettivo della sempre maggior tutela della incolumità dei cittadini e di tutto il territorio avere mezzi e strutture di protezione civile sempre più efficaci ed efficienti. In questo quadro, la colonna mobile regionale continuerà a supportare in caso di necessità le squadre comunali, impegnate invece a garantire l'attuazione dei piani di protezione civile comunali con un servizio di prossimità".

Rispetto alle obiezioni sollevate da alcuni amministratori locali e da alcuni volontari, Giampedrone aggiunge: "Le logiche campanilistiche o ancor peggio le sterili polemiche politiche sono figlie di un modo di pensare che oggi non ha più alcun fondamento, perchè la nostra protezione civile non è più neppure lontanamente quella di dieci anni fa: la realtà ligure è diventata un fiore all'occhiello nazionale e il nostro supporto viene richiesto nelle emergenze in tutta Italia. Chi si chiama fuori da questa visione dimostra di non conoscere l'evoluzione che il sistema di protezione civile, regionale e nazionale, ha saputo mettere in campo in questo decennio per rispondere a 360 gradi alle crescenti necessità dei territori, non solo per la lotta al dissesto idrogeologico ma anche, ad esempio, durante la pandemia o le emergenze legate all'accoglienza dei profughi dall'Ucraina o all'accompagnamento agli scali protetti nei porti della Liguria".

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