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Per l'economia provinciale un bilancio positivo, ma c'è incertezza per il futuro In evidenza

di Alisia Nobili - Presentato dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria il Rapporto economico provinciale.

Oggi, 23 ottobre, è stato presentato il “Rapporto economico provinciale 2023”, presso la sede spezzina della Camera di commercio Riviere di Liguria.

Una pubblicazione che l’ente ha curato con la collaborazione scientifica del Centro Studi Tagliacarne al fine di mettere a disposizione del territorio analisi approfondite sulle dinamiche provinciali collocate nel contesto regionale e nazionale.
In quanto protagonisti della redazione del rapporto sull’economia provinciale, intervengono Marco Casarino, segretario generale della Camera di Commercio Riviere di Liguria, Iolanda Conte di Uniontrasporti, Marco Guerrazzi, professore del Dipartimento di Economia dell’Università di Genova e Paolo Cortese, responsabile Osservatori locali del Centro Studi Tagliacarne, noto in generale per essere il centro studi di sistema camerale, il 1º istituito che ha focalizzato la propria analisi economica sulle economie locali e a cui si devono le stime che oggi abbiamo in merito, grazie agli studi e alle analisi prodotti per poter capire quale fosse la ricchezza generata a livello territoriale.

Quale è il senso di questo lavoro per Camera di Commercio?
“Si tratta di un lavoro che si intende implementare e rendere ogni anno più ricco e completo, una mission fondamentale perché crediamo sia utile ai territorio. Un intervento, inoltre, fortemente voluto dal presidente Enrico Lupi e dalla giunta camerale”, afferma Marco Casarino.
Soprattutto un lavoro che “Non è da considerare come una fotografia ma come il frame di un film”, che non cristallizza la situazione economica in un momento ma è un attimo in cui un lavoro continuativo viene fermato. Da raccontare di anno in anno non è il dato numerico, la cui variazione può essere impercettibile, è la sequenza dei “frame” che ci aiuta a capire nel tempo, cosa succede, è successo e cosa potrà succedere nell’economia dei nostri territori.

Il lavoro che viene presentato quest’anno dimostra i tratti salienti di questa mole di dati. Quella che emerge è una situazione dell’economia provinciale nel suo insieme positiva che vede l’andamento degli ultimi anni post covid moderatamente positivo.
Una positività che è centrata sugli asset fondamentali dello sviluppo economico del nostro territorio: il Porto, il settore della difesa, il turismo e l’edilizia, collegata prima al bonus 110% e con il venire meno di quest’ultimo, all’attivazione dei finanziamenti PNRR.
Allo stesso tempo si tratta di una situazione che vive un altro sentimento che è quello dell’incertezza “con la quale purtroppo abbiamo pensato di dover imparare convivere”, conclude Marco Casarino.

Un contributo assolutamente originale nella presentazione è frutto di una collaborazione in essere tra l’Università di Genova e Camera di Commercio Riviere di Liguria su tutti e tre i poli di competenza del nostro territorio, che ha rappresentato un valore aggiunto al rapporto.
È stata infatti richiesta all'università di Genova una riflessione su un tema centrale, quello della demografia, mettendolo in correlazione con l’altrettanto importante tema dell’imprenditorialità.

Interviene in merito Marco Guerrazzi, professore del Dipartimento di Economia dell’Università di Genova: “Se si va a distillare la teoria della crescita si arriva alla conclusione che l’ultima determinante della crescita è l’aumento demografico. Se la popolazione non cresce, non cresce neanche l’economia.”

Nel suo intervento il professore si è concentrato sulla relazione tra attitudine verso l’imprenditorialità e la struttura demografica di una regione.
Quello che emerge dalla teoria è compreso tra due variabili.
Se si considerano, su un grafico, l’età dei lavoratori e l’attitudine all’impreditorialita si ottiene una relazione a U rovesciata.
Emerge in tal senso che, se da un lato l’attitudine all’imprenditorialità, ovvero l’acume per gli affari, cresce con l’età, dall’altro lato vi è una relazione decrescente, in quanto si ritiene che i giovani, per la maggiore propensione alle relazioni e al rischio, siano più portati per l’imprenditoria e dunque si ottiene una relazione decrescente.
L’Italia in questo grafico si trova nella parte calante della U. Ne emerge che le imprese più mature godono di una qualche forma di barriera all’entrata che andrebbe diminuita.
Si apre pertanto la necessità di porre in essere una serie di interventi per una dinamica imprenditoriale più sostenuta. Con interventi a favore della natalità o sgravi fiscali per l’imprenditoria giovanile.

Un’ulteriore soluzione in merito viene proposta da Iolanda Conte in relazione alla possibilità di migliorare l’accessibilità delle aree interne del territorio che, nonostante abbiano enormi potenziali imprenditoriali, scontano il fatto di non essere facilmente raggiungibili o di non avere una banda larga e collegamenti a Internet efficienti.
La mancanza di tali servizi scoraggia la gente ad insediarsi in tali territori e concentra la richiesta di domande di abitazione sui centri principali, creando una serie di problemi collaterali.

Di seguito gli elementi principali che emergono dai dati dell’economia provinciale spezzina in merito alle relative categorie.

La popolazione
Al 1° gennaio 2024, la popolazione della provincia della Spezia è di 215mila residenti, in crescita dell’1,3 per mille nell’anno, in controtendenza rispetto al dato nazionale di diminuzione, in virtù dei tassi migratori (interno e dall’estero) che compensano quello naturale, ampiamente negativo.
L’indice di vecchiaia provinciale si attesta, nel 2023, al 258,4%, quasi 60 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. Tuttavia, nel 2023 si registra una variazione positiva del numero delle nascite, che è assolutamente una eccezione nel panorama regionale e nazionale, per lo più grazie all’apporto delle famiglie straniere immigrate in provincia.

Il mercato del lavoro
Nel 2023 il tasso di occupazione provinciale (67,8%) cresce di 3,6 punti rispetto al 2022, raggiungendo il punto più alto dal 2020 in poi, superando di oltre sei punti percentuali il tasso di occupazione nazionale. Gli occupati totali crescono di 8,8 punti percentuali fra il 2020 e il 2023 e nell’ultimo anno raggiungono quota 92.100 circa.
Nel 2023 è cresciuta l’occupazione manifatturiera (+15,8%) ad un tasso molto più marcato di quello regionale e nazionale, così come quella del commercio-alberghiero e ristorazione (+38,8%). In aumento anche l’occupazione edile (+5,1%).
Il tasso di disoccupazione provinciale diminuisce, scendendo al 5,1% nel 2023, un dato migliore della media nazionale e regionale. Fra il 2020 e il 2023, il valore assoluto del numero di disoccupati tende quasi a dimezzarsi, a fronte di flessioni molto più contenute nel resto della Liguria e dell’Italia.
Le previsioni sulla domanda di lavoro formulate dalle imprese spezzine di industria e servizi ed elaborate dal sistema informativo Excelsior riflettono il miglioramento del mercato del lavoro locale: le imprese che assumono passano dal 64% al 66% fra il 2022 e il 2023 e gli ingressi previsti sono oltre 21.000, dei quali il 34% riservato a giovani.

Il sistema produttivo
A fine 2023, il tessuto produttivo spezzino registra, come il resto della regione e del Paese, un saldo negativo fra iscrizioni e cessazioni di imprese. Si tratta tuttavia di una riduzione, sia in termini di imprese registrate (-0,3%) che attive (-0,1%), meno rilevante di quanto avvenuto in Liguria e a livello nazionale.
In tale contesto, da anni si osserva un incremento delle società di capitali (che nel solo 2023 aumentano del 4%, un punto al di sopra della dinamica nazionale).
Nell’anno si assiste ad un aumento delle attività manifatturiere (+2,3%) che si differenzia dal calo subìto nel resto della regione e del Paese, così come l’onda lunga degli effetti espansivi del Superbonus premiano la filiera edile, con un incremento dello 0,4% delle imprese di costruzione e del 2,5% delle attività immobiliari. I servizi legati al turismo e alla ristorazione aumentano in modo lieve (+0,7%). Diminuiscono invece, per oltre il 3%, le attività agricole e quelle del commercio.

I redditi e i risparmi delle famiglie
Nel triennio 2019-2022, il reddito delle famiglie spezzine cresce (+13,7%) di oltre cinque punti più intensamente rispetto alla media nazionale. L’incremento è pari a quasi il doppio di quello regionale e colloca La Spezia in seconda posizione in Italia per crescita complessiva dei redditi delle famiglie nel 2022/2019.
L’aumento è trainato da tutte le categorie di redditi, soprattutto da quelli da lavoro dipendente, in aumento di oltre il doppio rispetto alla media nazionale. Buono anche il risultato lordo di gestione, influenzato dai fitti figurativi e dall’autoproduzione agricola, mentre la dinamica dei redditi da capitale, pur se positiva, è pari alla metà di quella italiana.

La produzione agricola
Nel 2023, in provincia diminuiscono le superfici e la produzione di vino, come nel resto della regione, ma meno della media nazionale. Aumenta tuttavia la produzione di vini di qualità Dop e Igp (+6,7%), che rappresentano una quota, pari al 52% circa.
Dai risultati del Censimento Agricoltura, in dieci anni, La Spezia vede crescere la Superficie agricola utilizzata (+0,4%) a fronte di una flessione su base nazionale, mentre il numero di aziende diminuisce del 31,7%, in analogia con quanto avviene su scala italiana (-30,1%). Vi è quindi un processo di selezione competitiva che vede prevalere meno aziende ma con una superficie più ampia, in modo da poter garantire migliore efficienza e resa.

Il turismo
La Spezia nel 2023 ha attratto oltre 1 milione di arrivi, con presenze di poco inferiori ai 3 milioni. La variazione 2022-23 delle presenze per la provincia, registrando il +5,8%, supera quella ligure che si attesta al 4%, mentre la variazione degli arrivi si attesta ad un incremento del +9,2%, superando il dato regionale (+6,7%) e ponendosi poco al di sotto dell’incremento nazionale (+12,8%). Nel 2023, gli arrivi alla Spezia di turisti dall’estero sono stati superiori rispetto alle provenienze dall’Italia: il 66,8%, contro il 33,2%; andamento che si rispecchia anche per le presenze (66% contro il 34%).

L’economia del mare
In provincia della Spezia l’economia del mare supera gli 1,1 milioni di euro di valore aggiunto nell’anno 2022, incidendo per il 16,8% del totale dell’economia. La cantieristica costituisce il settore principale con oltre 465 milioni di euro, incidendo per il 40,6% del totale mare provinciale, segue il settore della movimentazione di merci e passeggeri che incide per 26,1% del totale. In terza posizione, il settore dei servizi di alloggio e ristorazione che rivela un’incidenza per oltre il 22% del totale dell’economia del mare del territorio. 
Il 2022 vede La Spezia posizionarsi terza nella graduatoria provinciale relativa all’incidenza del valore aggiunto prodotto sul totale locale, quarta per peso degli occupati e prima per incidenza delle imprese. Relativamente al flusso di passeggeri crocieristici, il porto della Spezia si pone al 15esimo posto nel Mediterraneo (al settimo in Italia dopo Civitavecchia, Genova, Napoli, Palermo, Savona e Livorno) per volume di transiti, evidenziando ancora una volta una spiccata capacità attrattiva e di operatività.

Il commercio estero
Nel triennio 2020-2023 le esportazioni spezzine crescono ad un tasso piuttosto consistente (+82,2%, oltre il doppio di quello nazionale e di circa 39 punti in più rispetto alla media della Liguria); nel solo 2023 si riscontra un aumento del 23,3%, in controtendenza rispetto alla leggera flessione registrata su scala nazionale. Di fatto, fra il 2020 e il 2023, l’export spezzino arriva quasi a raddoppiare.
Nel solo anno 2023, l’aumento viene trascinato dalla cantieristica-nautica (l’export di mezzi di trasporto aumenta del 31%), dai prodotti in metallo (+26,6%) e dai macchinari e apparecchi (+43%), tre settori che spiegano quasi l’80% dell’export provinciale complessivo. Tra i settori più rilevanti, si riducono le esportazioni di prodotti chimici e di articoli in gomma, plastica e minerali non metalliferi.

 

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