“Liguria da bere” è arrivata alla 16° edizione, e la possiamo definire una manifestazione di successo. Qual è il segreto della sua longevità?
La rassegna, quasi vent’anni fa, ha saputo puntare su settore d’eccellenza della Liguria che, essendo composto per lo più da piccoli produttori, ha bisogno di far capire il valore aggiunto di ogni singola cantina. La sfida di un viticoltore ligure è complicata dalla conformazione del nostro territorio che rende ardua la coltivazione, d’altra parte il pregio del prodotto finale è dato proprio dalla maturazione dei filari a poca distanza dal mare.
Cosa è cambiato dalla prima manifestazione di “Liguria da bere” a quella attuale?
Le etichette sono aumentate e guardano oltre ai confini provinciali, diventando un patrimonio regionale. Quest’anno ospitiamo realtà del ponente ligure come il consorzio dei produttori del moscatello di Taggia, la cooperativa dei viticoltori ingauni ‘vite in riviere’ e la cantina degli abissi Bisson. L’obiettivo è di far conoscere anche i produttori fra loro per fare rete e aprirsi a nuovi mercati.
“Liguria da bere” è una manifestazione regionale ma la sede è sempre stata La Spezia. Questo è dovuto alla bravura dei vertici della Camera di Commercio della Spezia (ora RIVLIG) oppure al fatto che nella nostra provincia si producono vini prestigiosi oppure ci sono altri motivi?
Le produzioni d’eccellenza e prestigio della Liguria sono il vino e l’olio. L’azienda speciale della Camera di Commercio è impegnata nella promozione dei produttori liguri in fiere di carattere nazionale e internazionale. A livello regionale vengono organizzati annualmente due appuntamenti che con il tempo hanno saputo consolidarsi e migliorarsi: Liguria da Bere alla Spezia, il primo fine settimana di luglio, e Olioliva a Imperia, il primo fine settimana di novembre, che quest’anno raggiungerà la sua ventiquattresima edizione. Sono eventi consolidati e rispecchiano le maggiori produzioni di vocazione di ogni singola riviera.
L’alta adesione di espositori conferma il prestigio della manifestazione. Anche il volume di affari registrato si dimostra all’altezza?
Oltre alle vendite dirette delle degustazioni, il volume degli affari è dato anche dall’interscambio tra produttori e consumatori. Per questo Liguria da Bere diventa un appuntamento non solo di appeal e d’animazione dell’estate spezzina ma anche un’occasione di conoscenza e arricchimento, utile anche a far crescere la qualità del settore ristorativo. La Spezia è cresciuta dal punto di vista turistico negli ultimi anni e ora deve consolidarsi per rendere stabile il proprio valore attrattivo; avviare un percorso qualitativo che sappia mettere a sistema le produzioni agroalimentari e vitivinicole d’eccellenza del territorio con la città è un fattore importante
Come viene coinvolto il settore della ristorazione e dell'ospitalità nella promozione delle bevande liguri? Avete partnership o iniziative specifiche con locali e ristoranti della regione?
Quest’anno proponiamo un ricco programma di laboratori, degustazioni, talk d’approfondimento e show cooking, che vuole essere uno stimolo per l’arricchimento e la conoscenza del valore enogastronomico valido sia per i consumatori, cittadini e turisti, che per gli operatori del settore ristorativo. Le curiosità e le informazioni sui prodotti liguri - come la cabannina, la prescinseua, la mitilicoltura, le ostriche, l’olio della Palmaria e molti altri – sono stati realizzati in collaborazione con slow food e il foodteller Fabio Bongiorni. Ci sono anche diversi chef, come Alessandro Dentone e Andrea Besana, che propongono ricette e abbinamenti tra prodotti, piatti e vini della Liguria.
Nella giornata di ieri, nonostante le condizioni meteo non favorevoli, l’inaugurazione di “Liguria da bere” ha visto la presenza di numerose Autorità e della stampa. Anche i visitatori hanno risposto con lo stesso entusiasmo?
Il taglio del nastro è ormai da sedici anni un momento di festa e sia le autorità che i cittadini attendono con entusiasmo l’apertura degli stand. Dopo la sfortunata pioggia dell’ora di cena, la serata è ripartita con tanti turisti anche stranieri in giro per gli stand.
Quali sono le previsioni per “Liguria da bere” nel 2024? Può darci qualche anticipazione per i nostri lettori?
Daremo nuovamente spazio alla parte educativa e informativa, e agli showcooking. Per il primo anno abbiamo previsto un’arena talk dove svolgere gli eventi, che può diventare un vero e proprio palco per permettere ai produttori di raccontare la loro esperienza e le peculiarità della cantina. Sono racconti d’impresa e di vita a cui vale la pena dare rilievo. D’altra parte, i protagonisti di Liguria da Bere sono i nostri viticoltori: uomini e donne che con fatica e ostinazione coltivano straordinari vigneti, spesso su fasce terrazzate, ripagati dalla consapevolezza d’offrirci un prodotto unico e prezioso.