Il 16 settembre si è svolto un incontro la i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e di categoria Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Fabi e Unsin con Il Sindaco e Presidente della Provincia Pierluigi Peracchini ed il Presidente della Fondazione Carispezia Andrea Corradino sulla situazione occupazionale di Crédit Agricole.
Dal 2019 ad oggi le uscite sono state di 51 unità e le entrate di 25.
Delle 51 uscite una quindicina lavoravano negli uffici della ex Direzione generale di Carispezia e non sono stati sostituiti.
Ad oggi, alla Spezia, i dipendenti di Crédit Agricole impiegati negli uffici centrali sono circa 130 e tra questi l'età media è elevata: a breve sono programmati molti pensionamenti.
“L’accordo sindacale del 9 luglio 2019 ha tutelato i lavoratori della ex Direzione generale di Carispezia dal punto di vista professionale e della mobilità, però scontiamo ora il fatto che alla Spezia non sia stato creato il “quartier generale” di alcun servizio/struttura”, sostengono i Sindacati, che continuano: “A differenza nostra a Cesena, nella ex Direzione generale di Caricesena, è stata costituita la sede della Banca Telefonica del Gruppo (80 colleghi circa) mentre a Rimini, nella ex Direzione generale di Carim, quella del Back Office Mutui del Gruppo (50 colleghi circa). Alla Spezia siamo ancora in attesa che venga attivato il polo che funge da incubatore per le start-up (progetto Village) già positivamente operante in altre zone d’Italia".
In provincia, in più, dal 2019 hanno chiuso 7 filiali e altre 7 sono state depotenziate.
“Questi dati evidenziano come a poco più di un anno dalla incorporazione in Crédit Agricole Italia il numero delle persone impiegate nella provincia sia diminuito e le nuove assunzioni, perlopiù a tempo determinato, non coprono la metà delle fuoriuscite. Anche il numero delle filiali si è ridotto - continuano i sindacati - È importante che vi sia, nel nostro territorio, una fonte di buona occupazione che comprenda anche professionalità di alto livello. Vorremmo che ci fossero anche qui alla Spezia, come in altri in altre città facenti parte del gruppo, poli di eccellenza e che la banca, che dalla sua fondazione è sempre è stata un punto di riferimento per le esigenze anche sociali della popolazione, possa continuare ad avere questa vocazione che oggi pare venire meno, avvilita da un arretramento dal territorio e una mancata risposta delle necessità dei cittadini".
Concludono i sindacati: “Abbiamo chiesto alla Fondazione, in quanto azionista dell’Istituto di Credito, e al Rappresentante del nostro territorio, che si facciano parte attiva nella richiesta di organici più consistenti che permettano di riportare il servizio all’altezza delle aspettative e delle necessità del territorio e di sostenere la richiesta di prevedere poli di eccellenza come avvenuto in altre città".