La tredicesima edizione di "Fotografia Europea" - il Festival di Reggio Emilia curato dal Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo Magnani sotto la Direzione Artistica di Walter Guadagnini - mette al centro “RIVOLUZIONI, ribellioni, cambiamenti, utopie”, quelle che possono avere un immediato riscontro, portare a conseguenze dirette, ma che possono anche mantenere quel carattere utopico che ne caratterizza spesso l’origine ideale, o quel carattere di ritorno su se stesse delle cose.
Il termine rivoluzione appartiene a ogni ambito del sapere e dell’agire umano, a tutti quei cambiamenti fondamentali, epocali, le cui tracce persistono ben oltre il momento della loro apparizione. Ma come si presenta oggi tale rivoluzione? E quale ruolo possono avere la fotografia e le immagini per raccontare tali cambiamenti?
L'artista dai mille volti, Beppe Mecconi, nello spazio dedicato “Contaminazioni tra le Arti”, tra le iniziative presenti al Festival emiliano, il 2 maggio - dopo l'inaugurazione della sua esposizione il 21 aprile - parteciperà insieme allo storico dell’Arte Marzio Dall’Acqua, alla tavola rotonda sul tema del “Concetto di rivoluzione come elemento contaminante per eccellenza”. Nato a San Terenzo, Mecconi sin da giovanissimo viene apprezzato per le sue doti pittoriche, ma non solo; diventa anche scrittore, regista teatrale e tv, illustratore di libri per bambini, grazie ai quali ottiene un buon successo. Alcuni tra i più famosi sono "I pozzi di Eugenio", "Il polpo campanaro" e "La notte che mio nonno pescò Babbo Natale", tradotti in Brasile, Messico, Polonia e Francia. Nel romanzo "Trabastìa. Cent'anni di gente comune" Beppe invece racconta, ispirato dal ricordo di sua madre, della sua famiglia in una San Terenzo chiamata Trabastìa da nome di fantasia.