Prosegue il giro delle presentazioni del libro di Giorgio Pagano e Maria Cristina Mirabello “Sebben che siamo donne. Resistenza al femminile in IV Zona Operativa, tra La Spezia e Lunigiana” (edizioni Cinque Terre). Queste le iniziative previste il 24, 25 e 26 aprile:
- ad Arcola martedì 24 aprile alle ore 17 nella Sala polivalente di piazza 2 giugno, con Emiliana Orlandi, Giorgio Brero e Doriana Ferrato; l’iniziativa è organizzata dal Comune di Arcola, dalla Sezione Anpi di Arcola e dall’Associazione Culturale Mediterraneo;
- a Zeri mercoledì 25 aprile alle ore 15 nella Sala consiliare a Patigno, con Mauro Malachina e Paolo Galantini; l’iniziativa è organizzata dal Comune di Zeri, dalle Sezioni Anpi di Zeri e di Massa e dall’Istituto Storico della Resistenza Apuana;
- all'Istituto Cardarelli - Geometri (Auditorium via Carducci) giovedì 26 aprile alle ore 11; l’iniziativa è organizzata dall’Istituto e dall’Associazione Culturale Mediterraneo.
L’intendimento del libro è quello di fornire un materiale organizzato, anche documentario, tramite il quale capire con la ragione e percepire sentimentalmente il fenomeno della Resistenza al femminile: moltissime donne, nate e cresciute sotto il fascismo, mai prima protagoniste, compirono dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943 scelte morali pesanti e drammatiche. Parteciparono agli scioperi operai, organizzarono proteste, diventarono staffette o partigiane in armi. Nelle campagne e nelle montagne si sviluppò la Resistenza civile delle donne, che furono curatrici e sostenitrici: senza il loro aiuto, variamente declinato fra silenzio, protezione, assistenza, il movimento partigiano non avrebbe potuto superare le traversie del durissimo inverno 1944-45.
Senza la pretesa di esaurire l’argomento “Donne e IV Zona Operativa”, il libro sicuramente costituisce una novità e un punto fermo: il nuovo sta nell’articolazione dei contenuti, nell’apparato di note, nell’ agevole accesso al materiale anche grazie all’indice analitico, nelle indicazioni bibliografiche, nell’ampia documentazione fotografica; il punto fermo è dato dal fatto che sono state raccolte- e oltre l’attuale fase storica sarebbe stato davvero impossibile- le ultime testimonianze delle protagoniste e/o di chi a stretto contatto con esse ha vissuto: 32 sono i ritratti delle donne partigiane, e un intero capitolo è dedicato alle donne delle campagne e delle montagne.
Tra le protagoniste del libro ci sono le staffette arcolane Laura De Fraia e Mimma Rolla e le filandine dello jutificio Dora ed Elvira Fidolfi, deportate nei campi di sterminio in Germania dopo lo sciopero del marzo 1944 (dai quali Elvira non tornò); e Dina De Luchi, Amelia Spirindè e le donne contadine dello Zerasco sostenitrici e curatrici dei partigiani.
“In un certo senso -scrivono Pagano e Mirabello- si è trattato di fare una corsa contro il tempo, per ‘fissare’ criticamente ma non freddamente un ‘altro’ tempo, senza il quale e senza l’affiorare in esso del protagonismo femminile non ci sarebbero state la Repubblica e la Costituzione. E’ un ‘altro’ tempo che ci parla ancora. Nella vita delle donne protagoniste del libro si intravede l’apertura di una breccia, il principio di un percorso di partecipazione: per tante di loro quei giorni furono ‘vissuti veramente da me’... Oggi che il percorso di emancipazione delle donne, così come il più generale percorso di emancipazione sociale, incontra grandi difficoltà, la concezione della Resistenza civile resta un potente strumento di trasformazione culturale: perché insegna che tutti e tutte, e quindi anche i più deboli, e in ogni occasione, possono fare qualcosa”.