Il libro “Tra utopia e realismo. Appunti sul Sessantotto” (ETS edizioni) sarà presentato giovedì 31 ottobre alle ore 18 nel Museo di San Giovanni degli Agostiniani di Fivizzano e martedì 5 novembre alle ore 17 al Centro Anziani di piazza Brin alla Spezia, in via Corridoni.
A Fivizzano, dopo i saluti del Sindaco Gianluigi Giannetti e l’introduzione di Carmine Mezzacappa, presidente dell’Associazione Dal libro alla solidarietà, Giorgio Pagano, curatore del libro, dialogherà con lo storico Alessandro Santagata dell’Università di Padova, uno degli autori, e con Simone Galli, dell’Associazione Dal libro alla solidarietà.
L’iniziativa è organizzata dal Comune di Fivizzano e dall’Associazione Dal libro alla solidarietà.
Alla Spezia Giorgio Pagano dialogherà con Mario Amilcare Grassi, scrittore e poeta.
L’iniziativa è organizzata dallle Sezioni ANPI La Spezia, Chiappa, Ponente e Muggiano e dall’Associazione Culturale Mediterraneo.
Il libro ospita scritti di: Giorgio Pagano, Marcello Flores, Luisa Passerini, Chiara Dogliotti, Giovanni Gozzini, Alessandro Santagata, Alfonso Maurizio Iacono, Massimo Cappitti, Luca Basile, Marcello Montanari, Guido Viale.
Sessant’anni fa, il 30 novembre 1964, iniziò l’occupazione di Sproul Hall, nel campus di Berkeley. Joan Baez intonò Blowin’ in the wind di Bob Dylan («Su quante strade deve camminare un uomo / Prima di essere chiamato tale?»). Mario Savio, leader del Free Speech Movement, tenne un brevissimo discorso agli studenti, basato sul concetto che «la storia non è finita» e che «è possibile una migliore società». Il Sessantotto fu la richiesta di un cambiamento di civiltà all’insegna della fratellanza: l’essere persone nuove e il sentirsi reciprocamente legati. Più che un movimento nato nelle sedi istituzionali della politica, un movimento “morale” che poi scoprì la politica ma non assunse una forma definita. E che volle rispondere alle sfide della secolarizzazione ricercando un nuovo senso della vita, intrecciando in questo tentativo spinte di provenienza marxista, cattolica, libertaria. Fu utopia, ma anche realismo, lotta per conquistare qui e ora una scuola e una fabbrica più libere e democratiche, una radicale riforma del sapere e della cultura, una maggiore giustizia sociale.
In questo libro storici, filosofi e studiosi di diversa provenienza riflettono e discutono ancora sugli anni Sessanta e sul Sessantotto. Forse perché l’utopia concreta di «una migliore società» non può esaurirsi, e la storia può e deve ricominciare. Quegli anni sono ormai molto lontani da noi, ma l’approccio umanistico contro un mondo disumanizzato è più che mai necessario.