«Dove c’è la Chiesa, deve esserci l’annuncio. La missionarietà è una caratteristica intrinseca ed essenziale della Chiesa». L’ha detto il vescovo Luigi Ernesto Palletti, presiedendo venerdì sera in cattedrale la veglia per la Giornata Missionaria, che si celebra oggi in tutte le chiese del mondo. Davanti a numerosi giovani giunte da varie parrocchie della diocesi, il vescovo ha ricordato che «Gesù stesso è venuto tra noi come missionario del Padre. Egli percorreva i villaggi, predicando il vangelo del Regno, e curando le infermità. Significativamente, il testo evangelico mette al primo punto l'annuncio. E ogni battezzato è di per se stesso missionario, cioè annunciatore». «Gesù non è un annunciatore freddo, ma è totalmente coinvolto nella missione. Sentì compassione delle folle, stanche sfinite, come pecore senza pastore. Gesù non vuole che il suo percorrere e predicare terminino. Ecco allora l’invito a pregare il padrone della messe perchè mandi operai, che vadano a tutte le genti. La pagina del Vangelo si conclude non col mandato di “andare”, ma con quello di “pregare”. E’ un cambio di rotta per noi inaspettato, che porta all’orizzonte della preghiera». Durante la veglia, ha portato la sua testimonianza suor Maria Mori, nativa della Spezia, e dal 2001 missionaria in Tanzania. Introdotta dal direttore dell’ufficio missionario, don Giovanni Tassano, suor Maria ha raccontato l’esperienza di carità e formazione nel Paese africano, concludendo sull’importanza dell’annuncio, con l’augurio che «Gesù non ci faccia mai rimanere zitti».
testo di Francesco Bellotti