"Quando andai a Livorno per parlare con Juan Pablo Macias dell’opera che avrebbe esposto nello spazio Fourteen, con un bel senso di ospitalità, mi portò insieme ad Alessandra Poggianti a conoscere la loro attività allo spazio espositivo di Carico Massimo": così Gino D'Ugo inizia a parlare del nuovo appuntamento di Eppur si Muove, il sesto, di questa edizione 2017.
"In quel momento esponeva Ilio Fiengo (Biografia su Galleriagiannone.it) con Torno ieri. Ilio si trovava lì, mi addentrò nel suo lavoro e, con stupore, conobbi il suo modo assolutamente non convenzionale di approcciarsi alle cose".
Torno Ieri ha riscosso molto successo, riportando in scena un artista conosciuto anche per aver preferito, per molti anni, sottrarsi al confronto con il sistema dell’arte e del mercato.
"Le cose, oggetti che quotidianamente utilizziamo, nel mondo di Ilio travalicano il senso di semplici oggetti e si riappropriano di una vita propria al di là delle nostre valutazioni".
Manomettendo il significato ordinario di un oggetto, ribaltandone il concetto di uso comune, Fiego ne cerca un significato altro: "L'artista è inspirato dal suo significante in relazione ad una dimensione del tutto sconosciuta. La sua interpretazione delle cose mi colpì profondamente e decisi di invitarlo per la rassegna Eppur si muove nello spazio Fourteen".
Settimo ospite a Eppur si Muove, Ilio Fiengo è un artista livornese noto per la sua abilità nel coniugare ingenuità, ironia, comicità e disperazione esistenziale nelle opere che presenta al pubblico: caratteristica che sicuramente porterà con sé anche nello spazio bianco della stanza di piazzetta Figoli, che apre le sue porte a questo artista livornese con l'inaugurazione di venerdì 25 agosto alle ore 19.
"A parte queste poche righe di presentazione e meglio di un testo critico esterno ho preferito che presentasse lui stesso questo suo approccio alle cose", conclude D'Ugo, che ci lascia alcuni testi scritti dallo stesso Ilio Fiengo.
Ectoplasma. Il Furto del Buio.
Nullo.
Ectoplasma altalena il Nullo. Sostiene su e giù, che non accada mai un incontro con il Buio delle Risposte.
Il piacere di dispiacere, con orma di ammodo, sui suoli del Nullo.
Quanto, nulli, gli arcobaleni del gesto. Buio a colori, dentro un assetto contro, le utili soste e tappe del ripiego.
È afflizione! Sino a fare Nullo il buio dentro il sonno.
Furto del Buio; furto, del Frutto del Buio: in esiguo vedi che il buio si spenge.
Culto Luce – Culto Buio, i posizionati alle Mistiche. Ma è il Frutto del Buio l’obliato; il sepolto, sotto le arti
del consueto e degli attardi: l’attardo al senno degli inizi propri, l’attardo allo svelo, di un io finalmente illegale.
Sensato passeggio ad uomo ai sapori comodi della libera dedizione con l’interpretativo.
ilio fiengo
Con equivoco ed
allegria
l’acqua si è annegata,
nella zona meretrice
di questo tempo che
ci chiama a sé!
i.f, 1994
- Tattile senno carezza il buio a muoverlo, cosicché in reciproco spostarsi mi conduco ogni volta ad un sapore comodo -
Alberi di Buio.
L’albero è fermo
L’occhio cieco rovista ma non fermato!
E tocca Gode lui
Alberi di Buio del giro della
Arcobaleni del gesto. propria ombra.
I,f. 2008
i.f, 2003
Eppur si Muove, appuntamenti passati:
Massimo Mazzone/EscuelaModerna/Ateneo Libertario