Dopo il saluto di Sara Accorsi, assessore alla cultura del Comune di Sarzana, è intervenuto Pierfranco Pellizzetti, già docente universitario a Genova, blogger e opinionista. Pellizzetti ha definito "Sao Tomé e Principe - Diario do centro do mundo" un libro "con molte chiavi di lettura e molte suggestioni ed emozioni". Una chiave di lettura è "la questione dell'altro, la dimensione del riconoscersi nell'altro, come idea fondativa dell'esistenza e della politica". Un'altra è quella della "critica alla globalizzazione dissipatrice" e del "tentativo di uscire dalla povertà senza distruggere la civiltà africana". Pellizzetti ha aggiunto: "Pagano parte dal proprio vissuto, nel libro emerge quindi una fortissima domanda di politica... partire dai territori, dai sistemi locali, dal locale per arrivare al globale è la strada da lui indicata, e forse è l'unica strada possibile per costruire, dovunque nel mondo, un'alternativa".
Per Sergio Schintu, di Januaforum, il libro "è eccezionale perché unisce due cose: dà un quadro della situazione di un Paese e fa una riflessione di prospettiva sul rapporto Italia-Europa-Africa e sulla cooperazione internazionale", che è "la strada più intelligente per la sopravvivenza del mondo, perché consente un nuovo sviluppo dei Paesi poveri ma anche l'uscita dalla crisi dei Paesi dell'Occidente".
Infine l'autore: "La nostra esperienza a Sao Tomé e Principe è l'esempio di una visione della cooperazione che non si riduce agli aiuti ma tende a far sì che le persone non siano assistite ma autonome, capaci di battersi per autogovernare le proprie vite, per e con gli altri; e che tende a costruire e a potenziare le strutture istituzionali, economiche e civili decentrate, che sono decisive perché le persone possano realizzarsi". E ha citato il grande leader africano Thomas Sankarà: "L'unico aiuto utile è quello che uccide l'aiuto". Sul punto del modello di sviluppo africano, Pagano ha detto: "Il rapporto tra cooperazione internazionale e internazionalizzazione delle imprese è decisivo, ma c'è bisogno di imprese straniere non predatrici ma responsabili sul piano sociale e ambientale, rispettose dell'identità dei luoghi... la progettualità che abbiamo messo in campo a Sao Tomé e Principe stimola l'arrivo di imprese di questo tipo, nella pesca come nell'agricoltura o nel turismo". Le imprese straniere devono collaborare con le imprese locali, perché "l'innovazione va portata dal di fuori ma al tempo stesso va fatta nascere dal di dentro, supportando le persone nei cambiamenti e suscitando la loro creatività".
E' stata poi inaugurata la mostra fotografica, 35 fotografie scelte tra le 115 del libro. Il critico Giovanna Riu le ha così presentate: "Chi guarda si sente catturato nei sentimenti. Vorrebbe sentirsi migliore". La mostra sarà visitabile fino al 23 febbraio.