Undici partigiani spezzini morirono a Fivizzano e a Casola, come ha ricordato il presidente della sezione Anpi di Casola in Lunigiana-Fivizzano Daniele Rossi. Tra questi Ottavio Manfroni, che combatté in Lunigiana e fu ucciso dai nazifascisti dopo l'incendio del paese di Mommio, il 5 maggio 1944 nei pressi del passo del Cerreto. Il suo nome di battaglia "Spezia", anzi "Speza" in dialetto, venne in seguito assunto dalla III Brigata Garibaldi della Divisione Lunense.
Dopo i saluti di Lina Pecini dell'Anpi e di Carmine Mezzacappa dell'Associazione Dal libro alla solidarietà, è intervenuto lo storico Maurizio Fiorillo: il libro di Pagano, ha detto, "è un libro di storia ed è anche una riflessione sull'oggi", ed è insieme "un libro di memorie, che utilizza i ritratti e i racconti per illuminare gli aspetti multiformi della Resistenza e restituirne l'umanità, senza paura di mostrare anche gli aspetti più negativi". Il libro è infine "una riflessione sull'identità dell'Italia repubblicana, sulle responsabilità dell'anticomunismo ma anche del Pci, sull'eclisse dell'antifascismo e dei partiti". Giorgio Pagano ha così concluso: "Dopo la fine della prima Repubblica, quella dei partiti antifascisti e dell'arco costituzionale, è fallita anche la seconda, quella del maggioritario e dei partiti personali. Non possiamo che ripartire dal 'patriottismo costituzionale'. Nei momenti di smarrimento e di crisi abbiamo bisogno di garanzie di protezione da un potere politico intrusivo. Essere 'i nuovi patrioti della Costituzione nata dalla Resistenza' significa stare dalla parte di chi vuole non conservare ma cambiare un presente inaccettabile".