Già Giorgio Pagano, Presidente di Mediterraneo, aveva esordito dicendo: "Serve un lungo lavoro di educazione civile, culturale e politica, in Medio Oriente e qui da noi: l'unico in grado di contrastare davvero e fino in fondo il terrorismo".
D'Alema ha spiegato come è nato l'Isis, ma anche le radici del fondamentalismo islamico, sviluppatosi di recente, dalla seconda metà del Novecento, come reazione a quelle che sono state considerate le minacce prima del socialismo arabo, poi dell'Occidente. "Serve una strategia di lungo periodo - ha spiegato l'ex Presidente del Consiglio - perché la sconfitta dell'Isis non comporterà quella del fondamentalismo islamico". In questa strategia, ha aggiunto, "la componente politica e culturale è fondamentale, ben più di quella militare e di sicurezza: se facciamo la guerra santa ci comportiamo come loro e li rafforziamo".
La tesi di D'Alema è che "per battere il fondamentalismo degli altri bisogna combattere il fondamentalismo nostro", "non si tratta di riscoprire la nostra identità e fare le crociate, ma di promuovere il disarmo, che non significa rinunciare ai valori ma enucleare valori condivisi, perché tra le religioni monoteiste e le culture del Mediterraneo ci sono similitudini profondissime". Circa la lotta che il mondo musulmano deve combattere contro il fondamentalismo, D'Alema ha affermato: "il problema è complesso, perché nell'Islam non c'è una Chiesa, ci sono tantissimi poli culturali autonomi". Ed è importante che nasca "un Islam europeo, la seconda religione europea, che non va sospinta ai margini ma riconosciuta".
La parte conclusiva dell'intervento dell'ex Presidente del Consiglio è stata dedicata alle crisi di Iraq, Siria e Libia: "combattere l'Isis spetta a iracheni, siriani e libici, è comprensibile che quei governi ci chiedano aiuto, ma l'aiuto va dato in modo diverso rispetto al passato: servono missioni dell'Onu, non avventure militari di questo o quel Paese". Mentre "l'Arabia Saudita sunnita deve mettere da parte le sue pulsioni belliciste e capire che è indispensabile un accordo con l'Iran sciita". D'Alema ha poi interloquito con il numeroso pubblico presente. E' intervenuto, tra gli altri, il parlamentare europeo Brando Benifei, che ha denunciato il silenzio di gran parte dell'Europa nei confronti dei "bombardamenti inaccettabili della Turchia contro i curdi, che sono i più eroici avversari dell'Isis".
Foto: Enrico Amici