Oggi è il 28 agosto 1869, un giorno di festa per la La Spezia. Sono le ore 11 e tutto è pronto per l’allagamento delle darsene nel cantiere dell’Arsenale della Marina Militare, sette anni dopo l’inizio dei lavori.
Sono centinaia gli invitati che, emozionati e curiosi, attraversano la porta Principale commentando l’evento che sarà. Le signore nei loro abiti estivi lunghi, di colore chiaro con le balze, indossando scarpe a tacco alto e combattono il caldo afoso dell’agosto spezzino con i loro ombrellini di pizzo. Gli uomini, meno fortunati, nei loro abiti a giacca scuri ben abbottonati e il consueto cappello calzato sul capo.
Anche gli operai e gli impiegati dell’Arsenale indossano i loro abiti migliori, per rendere onore a questa giornata, resa possibile da sette lunghi anni di intenso lavoro: per loro sono riservati i posti in piedi dietro alla balaustra ai lati della darsena, la stessa area dove passano i binari per lo scarico a mare del materiale di scavo.
Sono le 11.30 e i militari inquadrati occupano lo spazio sui due emicicli che includono il varco che verrà aperto per allagare le darsene.
Le autorità raggiungono il luogo della cerimonia, accompagnate dagli ufficiali del Genio Militare che raccontano la grande impresa: 22 ettari di terreno scavato ad una profondità di 8 metri, avanzamento della linea di costa di 200 metri, 2 chilometri e mezzo di banchine per l'approdo, 6 bacini di carenaggio interrati di cui uno già pronto, regimazione delle acque, recinzione con 6 chilometri di mura e fossati, un'area di cantiere di quasi 130 ettari. Davvero un'impresa colossale, la prima della nuova Italia che si pone tra le Grandi Potenze del mondo. Uno stabilimento militare moderno come pochi, con una potenzialità produttiva enorme che presto sarà a pieno regime!
Alla cerimonia sono presenti anche tutte le delegazioni straniere, provenienti dai Paesi con cui l'Italia intrattiene rapporti diplomatici, prendono il loro posto accalcate sotto il tendone delle autorità su cui spicca la bandiera italiana con lo stemma della Casa regnante.
Il pubblico si guarda intorno con frenesia, cercando di carpire ogni particolare di questa giornata, dagli accadimenti, alle notizie e persino i pettegolezzi e le dicerie da raccontare poi ad amici e conoscenti che non hanno avuto il privilegio di essere alla cerimonia.
I presenti sanno bene che stanno per assistere ad un evento che farà storia, unico e irripetibile, ne parleranno tutti i quotidiani nei giorni successivi, raccontando di una città che fino ad alcuni anni prima non esisteva nemmeno sulle carte e che invece, oggi, 28 agosto 1869, conta già 25.000 abitanti.
Sul luogo dell'evento giungono ancora autorità: l'Ammiraglio Augusto Riboty, Ministro della Marina, fa gli onori di casa con il Capo del Governo Luigi Federico Menabrea e gli altri ministri, ad accompagnarli anche l'Ammiraglio dell'Arsenale e il Maggior Generale Domenico Chiodo, progettista e direttore dei lavori di questa opera straordinaria. Dietro di loro, segue un corteo di nobili, ufficiali, politici e uomini d'affari. La giovane contessa di Castiglione, poco più in là, è come sempre circondata da uomini che fanno a gara per un sorriso, attira su di sé l'attenzione dei presenti, che le lanciano sguardi fugaci.
Sono le ore 13 e finalmente la cerimonia ha inizio: prendono la parola per i discorsi di rito via via personaggi sempre più illustri, sottolineando tutti la ferma volontà dello Stato di realizzare questa opera e il ruolo fondamentale svolto da Camillo Benso conte di Cavour in qualità di Presidente del Consiglio. Un’assenza rilevante nella politica italiana, da quando lo statista è mancato prematuramente nel 1861, subito dopo l'approvazione di questo grande progetto. Tutti si complimentano per la speditezza dei lavori, per la competenza delle maestranze, per lo splendido risultato ottenuto.
Alle 13 e 40 al Generale Chiodo viene conferita la Croce di Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia, come riconoscimento per l'eccezionale lavoro svolto, conferimento accompagnato dagli onori resi dalla banda.
Il caldo è afoso, e il pubblico dietro la balaustra inizia a sbuffare sventolandosi come può, l’attesa è stata lunga, ma ormai i discorsi di rito sono alla conclusione e a breve le darsene verranno allagate. L'abate di Spezia, Monsignor Domenico Battolla, benedice l'opera; i cannoni sparano le salve di saluto e alle 14 al generale Domenico Chiodo viene riservato l'onore di dare l'ordine di allagamento delle due darsene interne: alcuni soldati del Genio Militare demoliscono l'argine e il mare irrompe attraverso i due emicicli. La banda inizia a suonare, le centinaia di spettatori applaudono e si alzano urla di gioia e ammirazione.
L'acqua defluisce regolare dal mare attraverso il varco aperto e continuerà a farlo per un giorno e mezzo, fino al mattino del 30 agosto. Per evitare l'erosione del fondo e delle pareti laterali, è stato realizzato un terrapieno ricoperto di teli che funge da scivolo per l'acqua che così scorre lentamente e regolarmente all'interno delle due darsene che vanno lentamente riempiendosi.
Sembra quasi impossibile, ma fra alcuni giorni, una volta rimosso il terrapieno, anche le navi potranno ormeggiarsi all'interno dell'arsenale. Oggi è iniziata una nuova storia, una nuova città ha preso vita.
(Testo da un articolo di Silvano Benedetti, liberamente tratto dai documenti ufficiali dell'epoca)