L'ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e l'assessore regionale alla protezione civile, Giacomo Giampedrone, sono indagati per truffa ai danni dello Stato.
L'inchiesta, avviata dalla Procura della Spezia, è stata successivamente trasferita a Genova.
Secondo quanto anticipato da Il Secolo XIX e confermato dall'ANSA, alla base dell'inchiesta vi sarebbe un contratto finanziato con fondi pubblici, inizialmente come collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co) e successivamente diventato rapporto di lavoro dipendente, a favore del gestore dello stabilimento balneare di Ameglia frequentato dai due politici.
Secondo l'accusa questo avrebbe permesso a Toti e Giampedrone di frequentare gratuitamente lo stabilimento. D'altra parte, il gestore dello stabilimento non avrebbe in realtà svolto alcun lavoro in Regione, ma avrebbe comunque percepito circa 80mila euro lordi.
Gli inquirenti avrebbero nel fascicolo intercettazioni e testimonianze di dirigenti e funzionari regionali.
L'accusa nei confronti di Giampedrone è anche di falso in quanto il pm Andrea Ranalli ritiene che abbia fatto attribuire al proprio collaboratore premi di produzione non dovuti.
L'avvocato di Toti, Stefano Savi, ha dichiarato che il suo assistito è rimasto "sorpreso dalle accuse", affermando che "ogni presenza di Toti e della sua famiglia presso lo stabilimento balneare è stata regolarmente pagata, spesso con metodi di pagamento tracciabili". Toti ha inoltre sottolineato che il contratto di lavoro stipulato con la Regione sia stato regolare e regolarmente ottemperato.
Anche l'Assessore Giampedrone respinge ogni accusa.
"Non sono a conoscenza di nessun procedimento a mio carico, se non per aver letto, con non poco stupore, le agenzie di stampa che mi riguardano. Se la vicenda, come mi pare di capire, verte sul contratto di lavoro di un collaboratore territoriale di segreteria politica, non vedo alcun profilo illecito, trattandosi di un contratto di lavoro predisposto e verificato puntualmente, come per tutti gli altri collaboratori con la stessa mansione, dagli uffici regionali. Se poi l'ipotesi di reato è quella di avere anche un rapporto di amicizia con quel collaboratore e di aver frequentato un ristorante di uno stabilimento balneare, mi risulta tutto ancora più paradossale. Nel frattempo, vista questa assurda situazione dove si apprende di essere indagati dai giornali, ho conferito mandato difensivo all'avv. Stefano Pellegrini del Foro di Genova che si occuperà della mia difesa. Il mio lavoro proseguirà con lo stesso impegno di sempre, fiducioso di chiarire presto questa vicenda e sono a disposizione della magistratura come sempre ho fatto in tutti questi anni".