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La Fiera di San Giuseppe, una storia lunga più di tre secoli In evidenza

di Anna Mori - Nel 1653 il “Consilium Spediae” scelse San Giuseppe come patrono della città e chiese al Senato di Genova il permesso di poter organizzare una fiera in suo onore.

Il XVII secolo fu caratterizzato da un periodo di stasi economica e demografica, durante il quale l’Italia registrò una grave e progressiva decadenza economica. La Spagna occupò Milano, il Mezzogiorno e le isole, facendo sentire il suo potere in tutte le restanti zone. Anche la Spagna, però, stava attraversando una profonda crisi: la sua economia era ormai distrutta a causa del tentativo di dominare l'Europa.

Per aumentare le proprie entrate, la Spagna decise allora di tassare pesantemente tutti i suoi possedimenti in Italia che di conseguenza si impoverirono ulteriormente. A questo impoverimento contribuì anche la guerra dei Trent'anni, che investì in particolare la Lombardia, con distruzioni e saccheggi.

Ma non fu solo la Spagna a causare il grave declino economico dell'Italia del Seicento, ma anche altri fattori. Da una parte i produttori italiani non tennero il passo con lo sviluppo delle manifatture degli altri paesi europei. Le Arti e le Corporazioni, che nel XIII e XIV secolo avevano portato progresso e miglioramento tecnico, ostacolavano ora i nuovi produttori, opponendosi a qualsiasi nuova tecnica e innovazione, che invece avrebbero potuto permettere alle manifatture italiane di competere con quelle straniere.

Inoltre, a seguito della scoperta dell'America, il centro del commercio internazionale si era spostato dal mar Mediterraneo all'oceano Atlantico. I traffici con l'Oriente divennero secondari rispetto a quelli con l'Occidente. Le città mediterranee, e quindi anche i porti italiani, persero la loro importanza a beneficio di quelle collocate sull'Atlantico. Il crollo del commercio internazionale dall'Italia portò con sé anche quello delle attività collegate: le assicurazioni e le banche.

La Spezia nel ‘600

La Spezia in quel periodo contava poco meno di 3000 abitanti. La stagnazione della sua economia fu la conseguenza del rigido protezionismo economico attuato dalla Repubblica genovese, sempre meno occupata nei traffici e nell’andar per mari e sempre più ripiegata sulle attività finanziarie.

Nonostante le restrizioni genovesi al commercio, La Spezia del Seicento era ancora una città vivace e le attività principali erano sulla Via del Prione. Vi erano concentrati i maggiori negozi della città: nel 1600 si contavano trentacinque botteghe, quattro forni e quattordici magazzini.

Questa via era la strada più importante della Spezia, da sempre luogo di aggregazione sia per occasioni di incontro che per commerci e attività artigianali. Si sviluppava dalla Porta della Marina, a sud, fino alla Porta Genova, a nord, chiamata così perché si apriva sulla strada che conduceva a Genova.

Prione, in dialetto, significa “grande pietra”. Sulla via, infatti, nello slargo che unisce l’attuale Via Sforza a Via Prione, esisteva una grande pietra che serviva da pulpito al banditore comunale che da qui leggeva le delibere e i bandi alla popolazione.

La città in quel periodo vide anche nuovi ampliamenti della cinta muraria, del Castello e il rinnovo dell'antico Palazzo Comunale.

La nascita della Fiera di San Giuseppe

Tuttavia, come altrove, anche la città stava attraversando una profonda crisi e la nascita della Fiera di San Giuseppe può essere considerata un rimedio antichissimo per combattere questa forte crisi. L’amministrazione di quell’epoca chiese al Senato di Genova di istituire un’iniziativa commerciale affinché l’intero insediamento, all’epoca non ancora considerato una vera e propria città, potesse usufruire di un ristoro economico. La decisione era motivata quindi da ragioni economiche, in quanto Spezia voleva sopperire alla contrazione dei traffici determinata dalla politica protezionistica della repubblica di Genova.

Quindi, nel 1653 il “Consilium Spediae” decise di scegliere San Giuseppe come patrono della città e nello stesso anno chiese al Senato di Genova, che era padrona del Levante ligure, il permesso di poter organizzare due fiere di cinque giorni ciascuna: la festa religiosa cadeva nel mezzo di due coppie di giorni feriali (feria, da qui il nome fiera) che la precedevano e la seguivano. Venne chiesta l’autorizzazione per due fiere in onore di San Giuseppe, il 19 marzo, e dell’Assunta, il 15 agosto. Già nel 1407 si ha notizia di feste in onore del Santo Patrono che all’epoca poteva essere o San Cipriano o San Rocco.

Genova acconsentì e decise di levare i dazi e le tasse ai commercianti che si sarebbero radunati per la fiera, in principio nella sola giornata del 19 marzo, passando poi a tre giorni, che poi diventarono cinque, riducendosi, in seguito, nuovamente a tre. Così, dal 1655 si poterono introdurre le merci via terra, pagando le gabelle solo su quelle vendute: in questa esenzione, però, non vennero incluse le merci provenienti da Avenza e dalla Magra, perché considerate come introdotte via acqua, ambito nel quale l’esclusione dei dazi non venne applicata.

In occasione delle fiere, così, arrivarono in città mercanti per vendere merci di ogni tipo, soprattutto generi alimentari. Le fiere, che sono istituzioni caratteristiche del commercio medievale, erano veri e propri momenti di incontro tra venditori e compratori. Per lo più le fiere nacquero da feste religiose: si tenevano inizialmente sui sagrati delle chiese o nelle vicinanze di cimiteri, poi vennero trasferite al di fuori dalle mura cittadine, in ragione dell’aumento delle loro dimensioni. La prima fiera di San Giuseppe alla Spezia si tenne sul sagrato della Chiesa degli Agostiniani.

Per una città, ospitare una fiera, era considerato un privilegio molto ambito per tutte le agevolazioni che questo comportava, come la libertà di circolazione per i mercanti, le immunità fiscali o l'esenzione di dazi in entrata e in uscita.

L'epidemia di peste

In quegli stessi anni una terribile ondata di peste colpì la Liguria, proprio quando San Rocco venne sostituito da San Giuseppe come Santo Patrono della Città della Spezia.

La peste colpi diverse zone in Italia riuscendo ad insinuarsi anche nel territorio della Repubblica di Genova. Dapprima devastò Genova uccidendo i due terzi della popolazione, poi colpì duramente Recco, Chiavari arrivando fino a Levanto. La Spezia venne miracolosamente risparmiata ed è per questo che le credenze popolari sostengono che il Santo Patrono San Giuseppe, appena nominato, aiutò la città a salvarsi dall’epidemia di peste.

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