Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che dava via libera al progetto Saliceti in nome della “libera iniziativa privata”, avevamo annunciato che non ci saremmo fermati. Ci sembrava fuori da ogni regola di giustizia e di buon senso che Il vincitore di una gara europea, che prevedeva la realizzazione di un’opera per 7,7 milioni di euro, si trovasse autorizzato a realizzare un biodigestore, il cui costo oggi ammonta a 70 milioni. Avevamo già provato ad attivare ANAC nel lontano dicembre 2019. Non ci siamo fatti scoraggiare dai sedicenti oppositori del progetto, che dicevano che la battaglia era finita, che le sentenze vanno rispettate e che in pubblici consessi ci accusavano di volerci solo mettere delle medagliette al petto.
Abbiamo nuovamente sollecitato ANAC, sottolineando che nei ricorsi alla giustizia amministrativa la questione dello stravolgimento della gara europea non era stato mai proposto. Abbiamo esteso i nostri dubbi sulla correttezza dell’iter di approvazione del progetto alla magistratura penale Italiana ed europea e alla corte dei conti europea. Da tutti e tre questi organismi abbiamo ricevuto l’attenzione, che la politica di ogni colore non ci ha prestato.
ANAC ci ha notificato la delibera 87 , in quanto unici “segnalanti”, affermando che per Saliceti si doveva procedere a una nuova gara. L’Autorità di vigilanza sugli appalti si era riservata di pronunciarsi sulla regolarità del finanziamento di 40 milioni, perchè era pendente il ricorso al TAR del Lazio del Comune di Santo Stefano. La Procura della Spezia deve aver ritenuto tutt’altro che infondati i nostri esposti, così la Procura europea. Da qui poi a provare il dolo sappiamo che ce ne passa. Ci potrebbe essere un illecito contabile, ad esempio. La Procura dei conti europea ci ha risposto che ha preso in carico la nostra segnalazione e che valuterà alla fine dell’iter di finanziamento.
Per questo oggi ribadiamo che non ci fermiamo. Abbiamo risollecitato ANAC a pronunciarsi sulla regolarità del finanziamento PNRR dopo che il TAR del Lazio ha respinto il ricorso di Santo Stefano, senza nominare la gara europea, argomento tabù. Abbiamo nuovamente messo in mora il Ministero dell’ambiente (MASE), che sta elargendo i 40 milioni, che noi cittadini dovremmo in parte pagare con le tasse. E abbiamo segnalato a tutte le autorità la singolare circostanza che a Imperia il MASE ha revocato il finanziamento, perché il biodigestore è correlato al TMB. E ignora Saliceti. Per caso Vezzano è fuori dal territorio italiano?
Ora confidiamo che sindaci, politici e partiti ci seguano in questa nostra ostinazione, visto che non lo hanno fatto fino a oggi tranne rarissime eccezioni. Non ci servono dichiarazioni di principio, servono iniziative concrete a tutti i livelli.
Comitati No Biodigestore Saliceti; Sarzana, che botta!; Acqua Bene Comune; Cittadinanzattiva; Italia Nostra