La platea del Teatro Civico era quasi tutta piena per Angelo Branduardi, cantautore, violinista e polistrumentista con oltre 50 anni di carriera.
L’artista ha portato sul palco la letteratura in musica, raccontando l'origine di molte canzoni del suo repertorio. Dalle canzoni popolari alle ballate, passando per composizioni d’amore, Branduardi ha intrattenuto il pubblico con le note dei suoi strumenti e con la voce celestiale che lo caratterizza.
Ha esordito dicendo: “Le mie origini musicali sono molto antiche, anche se al conservatorio non ho studiato musica antica. Noi in questo concerto non cerchiamo l’impatto, cerchiamo la magia ai limiti dell’esoterico, vorremmo che il teatro levitasse di un metro, vi invito a chiudere gli occhi a tratti, perché se la cosa funziona si è portati in un altro mondo, passando al di là della porta chiusa.”
L’interiorità e la spiritualità sono centrali nella produzione di Branduardi che nel definire la musica terapeutica, sottolinea però che non può fermare le bombe, facendo riferimento agli attacchi subiti in Ucraina dalla popolazione civile. Durante lo spettacolo il cantautore si definisce “un uomo di pace, non un pacifista” .
Alla fine dello spettacolo il palco si è tinto di giallo e blu, Angelo Branduardi ha intonato Alla Fiera dell’Est con la prima strofa in lingua ucraina. Alla Fiera dell'Est è una canzone molto amata dai bambini e diventata ormai patrimonio popolare, che, come afferma Branduardi, “significa essersi guadagnati un pizzico di immortalità.”