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CGIL e SUNIA lanciano l'allarme: necessaria una soluzione urgente per risolvere i problemi abitativi In evidenza

di Anna Mori - In un incontro con la stampa, tra le tematiche trattate l'edilizia popolare, il social housing e la necessitò di regolamentare gli "affitti brevi".

Ieri mattina il Segretario Provinciale della CGIL Luca Comiti e il Presidente regionale SUNIA Franco Bravo, hanno convocato la stampa per fare il punto sulla situazione abitativa, tra le tematiche trattate l'edilizia popolare, il social housing, e la necessità di regolamentare "gli affitti brevi".

CGIL e SUNIA hanno lanciato una petizione, sostenuta da 50.000 firmatari ancora inevasa, per un nuovo Piano Casa, volto ad aumentare gli alloggi pubblici disponibili e manutenere il patrimonio esistente, questo per ridurre il peso dei canoni di locazione e regolamentare anche gli affitti turistici. "Trovare un alloggio in affitto è diventato molto difficile, - spiega Luca Comiti - i prezzi sono alle stelle e gli appartamenti a disposizione molto pochi, dopo il passaggio di destinazione d'uso di molte unità abitative a strutture ricettive. E' vero che il turismo è un elemento dell'economia fondamentale, però oggi non produce le condizioni di altri settori quali l'industria".

"Si dice che mancano le case in affitto perché è cambiata la destinazione d'uso a strutture ricettive di molti appartamenti. - aggiunge Franco Bravo - Ma perché non si può programmare anche la presenza di queste strutture? Significa organizzare lo sviluppo della città, rendere compatibili attività turistiche con altre. C'è invece uno sviluppo monoculturale, basato quasi esclusivamente sul turismo, sarebbe necessario orientarsi invece su uno sviluppo multipolare. Oggi siamo di fronte ad una crisi senza prospettiva, perché manca un progetto".

Nel 2023 sono stati emessi alla Spezia 174 provvedimenti di sfratto, di cui 134 per morosità (il 79,30%) e 40 per finita locazione. Comiti e Bravo spiegano che un tempo la totalità degli sfratti era dovuta a morosità, oggi si sono aggiunti quelli per terminata locazione, dovuti al fatto che molti proprietari vogliono riottenere la disponibilità degli immobili, cambiando la loro destinazione d'uso a strutture ricettive, che godono anche di una fiscalità molto vantaggiosa. Dal 2021 gli sfratti per finita locazione sono aumentati del 400%.

In questo scenario, bisogna considerare anche che l'edilizia popolare è insufficiente, i tempi per la pubblicazione dei bandi sono molto lunghi e il fabbisogno per la nostra provincia è di almeno 2000 abitazioni. 

CGIL e SUNIA forniscono alcuni dati relativi alla graduatoria dell'ultimo bando di edilizia popolare. Sono 515 le famiglie che si trovano sotto la soglia di povertà assoluta, 99 famiglie residenti in alloggi impropri, 29 con sfratto, 289 anziani over 65, 198 persone sole con minori a carico, 194 giovani coppie, 103 genitori separati o divorziati. Tutte queste famiglie hanno la speranza di vedersi assegnato un alloggio perché non in grado di sostenere un affitto. "Siamo di fronte ad una situazione preoccupante, i dati sono significativi, e descrivono lo stato di difficoltà. Rispetto a questa situazione, non avvertiamo la presenza di un progetto da parte delle Istituzioni in grado di aggredire questa tematica" sottolineano.

"Le conseguenze sono che oggi abbiamo una grande povertà che non riesce a stare dietro ai prezzi di mercato, perché c'è tanta domanda e una scarsa offerta di case e il mercato non è regolato - proseguono Comiti e Bravo - Un altro fatto che sta accadendo è che mentre prima gli sfratti per morosità erano la totalità, oggi stanno aumentando gli sfratti per terminata locazione, per destinare le case ad uso turistico o per chiedere all'inquilino un aumento dell'affitto dal 25 al 40%. Il livello di povertà sta aumentando, lo dicono i dati. - aggiungono - Colpiscono i lavoratori: basta un incidente di percorso, un imprevisto, una malattia, per mettere le persone che lavorano quotidianamente a non poter far fronte alle spese ordinarie. Nonostante gli aumenti salariali dal 2019 ad oggi del 6%, - evidenziano ancora - l'inflazione si è attestata al 17-18% e di conseguenza la disponibilità economica delle famiglie è diminuita. Crediamo inoltre che nel nostro Paese sia necessaria una modifica delle condizioni fiscali, le persone sulla soglia di povertà sono circa 2,2 milioni contro l'1,5 milioni del 2014". 

Luca Comiti e Franco Bravo spiegano che è necessaria una pianificazione per migliorare queste condizioni, aumentando ad esempio le unità di edilizia popolare e cambiando il passo dal punto di vista governativo, regionale e provinciale "tenendo conto che ci sono 400 case popolari sfitte perché non ci sono i fondi per sistemarle. Lanciamo un'idea: c'è stato uno sviluppo abnorme del settore turistico, con le entrate legate alle tasse di soggiorno, prendiamone una parte per sistemare le case popolari sfitte. A nostro avviso sarebbe necessario un finanziamento regionale o comunale per mettere a posto gli alloggi".

Su questo punto sono due le proposte avanzate: dedicare l'1% del bilancio regionale all'edilizia popolare, permetterebbe di poter disporre di 70 milioni di euro che permetterebbero la ristrutturazione degli appartamenti oggi non disponibili e fare nuovi investimenti. Inoltre, si potrebbe dedicare allo stesso scopo anche parte delle entrate derivanti dalle tasse di soggiorno.

Nelle prossime settimane uscirà un bando per case popolari a Sarzana, spiegano Comiti e Bravo, sarà una nuova speranza per alcuni. Alla Spezia hanno partecipato 2.400 persone, a Sarzana si prevede faranno domanda in 200-300. Tuttavia le case che potranno essere disponibili non sono sufficienti. "E' necessario un progetto, un piano, c'è bisogno che il Comune e la Regione facciano la loro parte, destinando risorse all'edilizia residenziale pubblica e al Social Housing. E' necessario che il pubblico governi i processi, con un ruolo importante. Bisogna fare aumentare l'offerta di alloggi, per risolvere la crisi abitativa. Ma c'è bisogno anche di un equilibrio di offerta pubblica e privata".

Per quanto riguarda l'edilizia privata, uno studio condotto dal Prof. Gastaldi di Venezia, evidenzia che ci sono 10.033 alloggi privati sfitti: "Perché non fare un censimento per capire perché rimangono vuoti - propongono Comiti e Bravo - coinvolgendo Comune e ANCE per far si che questi alloggi entrino temporaneamente nelle disponibilità del Comune, vengano messi a posto lasciando temporaneamente gli introiti a chi ha eseguito i lavori, fino alla copertura dell'investimento e assegnarli nel frattempo a chi ne ha bisogno. Questo significa riequilibrare domanda e offerta e alleggerire il peso degli affitti. Se consideriamo che il segmento di popolazione che si rivolge al mercato della locazione prende in media 1.500 euro al mese, in una famiglia avere 700 euro solo di affitto da pagare è impensabile". 

Luca Comiti sostiene anche che occorre trovare soluzioni alternative per quei lavoratori migranti oggi fondamentali per la nostra economia, i quali non dispongono di alloggi dignitosi e non hanno la possibilità di essere indipendenti. "Spesso viene detto che gli stranieri portano via le case popolari agli italiani, non è così perché lavorano tutti e hanno uno stipendio, anche molto buono e superiore al minimo per poter accedere alle graduatorie. Quindi la cosa importante è che venga fatta una pianificazione, non si devono creare ghetti, ma soluzioni che li integrino nel tessuto cittadino, non possono essere marginalizzati".

Altra proposta è quella di dare dinamicità al mercato degli affitti anche attraverso partnership con privati per il Social Housing, "una risposta abitativa per quella porzione di popolazione che ha redditi troppo alti per accedere alle case popolari, ma troppo bassi per comprarsi una casa, ma possono permetterei un canone agevolato" sottolinea Franco Bravo.

SUNIA e CGIL denunciano che questo scenario ha causato una espulsione dei residenti dalla città, in quanto fortemente ridotta l'offerta di immobili per la locazione a lungo termine. "Pensiamo ad esempio alla carenza di personale sanitario. Bene fare i concorsi, ma se poi chi li vince non trova un appartamento per stabilirsi alla Spezia, o non riesce a sopravvivere per gli affitti troppo alti, si crea un problema. La nostra è una provincia con grandi potenzialità e opportunità di lavoro, ma bisogna creare le condizioni affinché le persone possano soggiornare e vivere qui avendo servizi a disposizione".

Sono necessarie misure urgenti, dicono Comiti e Bravo, come il rifinanziamento del Fondo di sostegno per l'affitto e il Fondo per la morosità incolpevole per contribuire ad abbassare l'incidenza dei canoni sui redditi delle famiglie in difficoltà. Inoltre è fondamentale rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per incentivare al massimo il canone concordato convocando il tavolo per la revisionedell'accordo territoriale, per favorire le locazioni di lunga durata rispetto agli "affitti brevi" di cui va programmata la presenza.

SUNIA e CGIL confermano la loro disponibilità a collaborare e propongono la costituzione di un tavolo attorno al quale riunire Comune, imprenditori, associazioni di proprietari e inquilini, sindacati e insieme gestire questa situazione critica, mettendo in campo una programmazione. "Questo è il messaggio che vogliamo lanciare: il quadro è preoccupante, siamo disponibili a collaborare con tutti, ma che ci sia la volontà di risolvere il problema e programmare, ognuno può fare quel poco nel suo ma tutti insieme si può arrivare a delle soluzioni"

 

 

 

 

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