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Il Ministero della Difesa deve pagare 700mila euro ai familiari di un uomo morto a causa dell'amianto In evidenza

La Corte di Appello di Genova conferma la sentenza.

La Seconda Sezione Civile della Corte di Appello di Genova, presieduta dal dottor Marcello Bruno, ha confermato la sentenza di risarcimento a favore della vedova, dei figli e del nipote, di un uomo scomparso nel 2017 per mesotelioma pleurico.
Il caso riguardava i danni non patrimoniali subiti dai familiari, vale a dire l'alterazione della vita quotidiana e la perdita affettiva patita per la morte del caro. Ribadita la cifra complessiva superiore ai 700 mila euro.

Confermando la sentenza emessa dal Tribunale di Genova nel luglio 2023, la Corte di Appello accoglie ancora le ragioni della difesa dei familiari curata dagli avvocati Pietro Frisani ed Elisa Ferrarello.

L'uomo aveva lavorato per 36 anni (1958-1994) all'arsenale della Marina Militare della Spezia svolgendo varie mansioni (tra cui saldatore e meccanico) in ambienti contaminati dall'amianto e spesso dovendo maneggiare direttamente il materiale. Non aveva mai avuto protezioni adeguate; né informazioni sufficienti sul rischio da parte del datore di lavoro. Era stato affetto nel tempo da gravi problemi di salute, fino alla constatazione clinica, nel 2016, del mesotelioma che lo avrebbe portato al decesso l'anno successivo. L'INAIL aveva immediatamente riconosciuto il nesso causale tra mansioni svolte, mesotelioma e decesso.

L' Avvocatura dello Stato, per conto del Ministero della Difesa, aveva chiesto la riduzione dei risarcimenti sanciti nel primo grado di giudizio per ogni singolo beneficiario per: "errata quantificazione degli importi".
La sentenza del 30 Settembre 2024 nega la riduzione del risarcimento chiesta dal Ministero della Difesa, i cui avvocati hanno sostenuto tra l'altro che i risarcimenti ai familiari risultavano inappropriati perché la vittima era scomparsa all'età di 85 anni, vale a dire un' età largamente superiore alla speranza di vita media maschile stimata nel 2017 a 80 anni; e relativamente alla moglie che l'essere sposati da 62 anni è insufficiente a giustificare il risarcimento nei termini stabiliti nel primo grado di giudizio. Di opposto avviso la Corte d'Appello di Genova che scrive: " Il punteggio... riconosciuto alla signora...si giustifica tenendo conto della durata del matrimonio...che dimostra una vita vissuta in simbiosi con il marito...".

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