Si poteva costruire con soldi pubblici, risparmiando ed evitando di destinare oltre 260 milioni di euro ad un privato per la costruzione e per la gestione venticinquennale del Felettino; ciò nonostante, registriamo con favore che finalmente l’appalto per il nuovo ospedale è stato assegnato.
Dovremo attendere fino al 2026 – con un ritardo di 6 anni, rispetto alle promesse del Presidente Toti nel 2017 durante una delle tante “inaugurazioni” -, ma finalmente a Spezia avremo un ospedale degno di questo nome.
Erano quindi da attendersi toni trionfalistici, nella logica di “parte”, a cura del Presidente Toti, pur a fronte di ritardi che noi abbiamo già giudicato inaccettabili ed immotivati.
Quello che invece stupisce è il trionfalismo dei rappresentanti del Gruppo Toti per Spezia – sigg.ri Casati, Gagliardi, Piaggi, Teja e Ratti -.
Essendo stati eletti a rappresentanza degli spezzini, dovrebbero a questi ultimi spiegare cosa ci sia di trionfalistico nel fatto che i bilanci annuali dell’ASL 5 saranno gravati da oneri di 12,5 milioni per canone disponibilità al privato per la bellezza di 25 anni e mezzo.
Con l’ovvia conseguenza che tali risorse saranno sottratte agli spezzini per nuovi servizi o per migliorare quelli esistenti.
Invece che trionfare, questi signori dovrebbero chiedere alla Regione di avocarsi, non solo le decisioni, ma anche le spese di questo mega contratto con il privato !
Quanto poi alle affermazioni dell’assessore Gratarola sul destino dell’ospedale di Sarzana, le stesse non meritano commenti, poiché i fatti parlano da soli : nel nuovo Piano Sanitario deciso dalla Regione l’ospedale di Sarzana è declassato a struttura di sostegno alle attività territoriali. Se così non è, caro assessore, modifichi i contenuti del Piano indicando in cosa consista il “ruolo chiave” del S. Bartolomeo.
Chiediamo in conclusione un confronto pubblico con i rappresentanti del Gruppo Toti per Spezia, sia sul canone al privato per il Felettino che sulla destinazione dei reparti e servizi a Spezia e a Sarzana, attesa la paventata applicazione del decreto Balduzzi e l’accorpamento tra ASL 4 e ASL 5
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