Militari appartenenti al Nucleo Carabinieri CITES della Spezia ed al Nucleo Investigativo Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di La Spezia, congiuntamente ai veterinari del Servizio Sanità Animale spezzino, hanno effettuato controlli su un maneggio nel comune di Arcola. All’interno della struttura, al momento del controllo erano presenti sei cavalli e due pecore.
Durante il sopralluogo è stato accertato che il letame prodotto dai cavalli veniva accumulato e sparso nell’area di sgambatura dei cavalli e in parte all’interno di piccoli carretti. Non era stata quindi allestita, come prevede la legge, la concimaia atta ad evitare le percolazioni che possono arrecare danno alle matrici ambientali (in particolare alla falda idrica).
Infatti il letame è un rifiuto speciale e pertanto dopo un preliminare stoccaggio in concimaie impermeabilizzate, dovrebbe essere consegnato a Ditte abilitate per essere trasformato in fertilizzante. La trasformazione in fertilizzante potrebbe essere effettuata anche in loco dal produttore del rifiuto a condizione che sia munito di una specifica autorizzazione.
Da successivi accertamenti è poi risultato che il titolare del maneggio ha movimentato per anni ben dodici esemplari di cavallo in uscita e tre in entrata nell’azienda senza la regolare documentazione di provenienza e destinazione degli animali.
Inoltre dalla consultazione della Banca Dati degli Equidi risultava che il titolare era in possesso di un cavallo che dichiarava essere deceduto da circa 3-4 anni. Le veniva quindi contestato di aver commesso violazione in quanto ometteva di comunicare agli enti preposti, entro tre giorni dall’evento, la morte dell’esemplare.
Un altro cavallo, che risultava di sua proprietà, non era presente al momento dell’accertamento. Il titolare non era in grado di riferire a chi fosse stato destinato l’animale commettendo violazione in quanto ometteva di comunicare agli enti preposti, entro sette giorni dall'evento, il passaggio di proprietà per vendita o acquisto di un equide.
Le movimentazioni di cui sopra non erano state annotate sul registro di carico e scarico dell’allevamento di equidi che quindi risultava compilato in maniera incompleta.
Taluni capi non risultavano annotati, di altri non veniva trascritto lo scarico e, relativamente ad un esemplare, veniva indicato un numero di passaporto non corrispondente a quello riportato in Banca Dati.
Per quel che riguarda le pecore è stato accertato che non era presente un capo, che invece, dalla visura della Banca Dati Nazionale, risultava in carico all’allevamento alla data del controllo. Infine anche relativamente agli ovini, il registro di carico e scarico aziendale non era stato compilato.
L’importo complessivo delle sanzioni ammonta ad oltre 11.000 euro.
Le norme di polizia veterinaria violate hanno molteplici scopi, da un lato regolamentare i movimenti di bestiame degli allevamenti al fine di evitare o prevenire la diffusione di malattie, dall’altro prevenire eventuali maltrattamenti di animali o addirittura smaltimenti abusivi delle carcasse.