"Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto" (Lc 24, 5b-6a). Questo è ciò che si sentono dire dall’angelo le donne accorse al sepolcro il mattino di Pasqua.
Cristo risorto non è, però, semplicemente ritornato in questa vita, ma ha fatto il passaggio ultimo e definitivo, portando così l’umanità a quella pienezza per la quale era stata pensata e voluta da Dio fin dal primo istante della creazione.
Anche se a causa della disobbedienza del primo Adamo l’umanità aveva conosciuto il peccato e la morte, la fedeltà di Dio non era venuta meno. Egli, in molti modi, aveva parlato per mezzo dei suoi profeti, ma per ultimo ci ha donato suo Figlio (cfr. Eb 1, 1-2a), il Signore Gesù, nato da Maria, che nella fede professiamo vero Dio e vero uomo.
Ecco perché oggi non celebriamo solo la risurrezione, ma l’adempiersi delle promesse della salvezza. Cristo risorto è pertanto riconosciuto dai suoi discepoli come l’unico redentore dell’uomo. Colui che ha preso su di sé il peccato di tutti, che è morto e risorto per la nostra salvezza.
Siamo dunque chiamati ad annunciarne il Vangelo e a testimoniarlo con la nostra vita. Cristo è risorto, alleluia! Sì, è veramente risorto, alleluia! Non ci troviamo di fronte ad un mito, ma ad un fatto che supera le nostre conoscenze. Un evento che si radica nell’onnipotenza di Dio e si manifesta nella salvezza dell’uomo.
Non sarà l’attesa dei discepoli, sconfortati e delusi, che verrà a fondare la fede nella risurrezione. Saranno invece le esperienze, le apparizioni che il Risorto concederà ai suoi che permetteranno a questi ultimi di passare dall’incredulità alla certezza della sua resurrezione. E proprio di questa certezza saranno testimoni fino al dono della vita.
Riceviamo dunque anche quest’anno il grande annuncio della risurrezione e diventiamo anche noi annunciatori di questa gioia pasquale. Ritorniamo alla Parola viva del Signore, impariamo nuovamente a stare con Lui, che ha parole di vita eterna.
Lasciamo che il suo Vangelo risuoni in tutte le nostre giornate con la freschezza e la potenza con le quali ci è stato donato.
Vediamo di trovare tempi e spazi per poterlo leggere ed accogliere frequentemente. Chiediamo di poter rispondere con fede e carità al Signore, che quotidianamente ci interpella, e diamo coerenza alla nostra vita con gesti di amore misericordioso e nell’annuncio coraggioso della nostra fede.
Pertanto, mentre rivolgo a tutti i miei più cordiali auguri di una Santa Pasqua, mi affido alle vostre preghiere e invoco per ognuno la benedizione del Signore.
S. E. Monsignor Luigi Ernesto Palletti
Vescovo della Spezia-Sarzana-Brugnato