Lunedì scorso la città di Sarzana ha celebrato la festa della sua reliquia più insigne: quella del Preziosissimo Sangue di Gesù.
Il solenne pontificale è stato presieduto, nella basilica concattedrale di Santa Maria Assunta, da monsignor Giovanni Santucci, vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, una delle diocesi che hanno appartenuto in passato all'antica Chiesa di Luni. Con lui hanno concelebrato i due vescovi emeriti Bassano Staffieri ed Eugenio Binini, l'amministratore diocesano Giorgio Rebecchi ed oltre cinquanta sacerdoti delle due diocesi. Nell'omelia, monsignor Santucci, con semplicità e con efficacia, è andato al «cuore» del mistero cristiano, ricordando che la «venerazione dell'antica reliquia del Preziosissimo Sangue del Signore non deve fermarsi alla contemplazione. Qui oggi impariamo come amare e come servire i fratelli. "Non terra, non legno, non chiodi tennero ritta la croce, ma amore - esclamava Caterina da Siena -. Come ho fatto io fate anche voi: contemplate l'amore di Dio, per esserne testimoni». Ed ha aggiunto: «Senza la testimonianza dei cristiani la Chiesa è muta... Occorre divenire sale e luce del mondo sia personalmente sia come comunità, docili allo Spirito Santo, che trasforma la morte in aurora di vita». Il vescovo ha poi ricordato la «splendida» immagine dell'Apocalisse, la «veste bianca segno della nostra rinascita, della vita nuova, che è lavata nel sangue dell'Agnello». L'Amore vince ogni cosa, ha ricordato Santucci, e la reliquia del sangue ricorda la grandezza dell'Amore di Dio. L'annuncio cristiano, «incredibile» agli occhi del mondo, è la Resurrezione: Cristo è risorto. «Ricordiamo san Giovanni - ha aggiunto il vescovo celebrante -: "Quello che abbiamo visto, udito, toccato, lo annunciamo a voi". Oggi c'è chi crede e chi rifiuta, quasi snobbando l'apostolo, come all'Areopago di Atene. Per chi crede è redenzione. L'atto di fede non è indolore e la fede non va data per scontata. E' dunque, oggi come ieri, la testimonianza dei cristiani a rendere credibile l'incredibile annuncio della Pasqua».