“Necessario tornare ad assumere almeno 100 persone. Arsenale luogo ideale per aprire una Scuola delle professioni legate al mare”: la Funzione Pubblica della CGIL spezzina si avvicina al congresso provinciale, che si terrà il prossimo 15 ottobre presso la Ceramica Vaccari, con le idee molte chiare su quali debbano essere i punti strategici della propria azione sindacale. Tra questi c’è quello, fondamentale, legato al rilancio economico ed occupazionale nel Settore della Difesa.
“Il futuro del nostro territorio passa necessariamente attraverso il rilancio dell’Arsenale e dalla sua apertura all'economia industriale – dichiara Daniele Lombardo, segretario provinciale della FP CGIL La Spezia - Da tempo la Cgil spezzina sostiene una posizione molto chiara sulla destinazione e l'impiego delle aree ex militari nella convinzione che l'Arsenale abbia una enorme potenzialità inespressa ed in quasi totale fase di abbandono. Non solo infatti l’Arsenale custodisce dotazioni strumentali straordinarie (bacini, officine, macchinari, spazi, ecc.) e quasi per nulla utilizzate ma possiede anche competenze e professionalità importanti, talvolta uniche nel loro ambito, che stanno via via scomparendo e che andrebbero invece affiancate con nuove assunzioni, allo scopo di tramandare conoscenze preziose. Ad oggi si contano in forza all’Arsenale militare circa 700 lavoratori. Negli ultimi 10 anni si è registrato una calo spaventoso di personale con oltre 200 pensionamenti non rimpiazzati. E’ impensabile lasciare lentamente spegnare quello prima era il cuore pulsante della nostra città. Noi dal canto nostro abbiamo intenzione di continuare la nostra battaglia, chiedendo investimenti di idee e di persone. Ciò che proponiamo è un immediato piano occupazionale, che preveda l'assunzione di almeno cento unità, rispondenti a specifiche professionalità oggi vacanti nell'organico dell'Arsenale. Da qui si potrebbe ripartire per organizzare poi una scuola di formazione per le professioni legate al mare, in sinergia con le realtà formative del nostro territorio: dall’università agli enti di formazione professionale. L’obiettivo dovrebbe quello di professionalizzare in maniera specifica e settoriale giovani le cui competenze potrebbero essere impiegate sia nel settore pubblico che in quello privato. E’ questa una proposta concreta che abbiamo già lanciato nel nostro piano del lavoro del 2016 e che si pone l’obiettivo ambizioso ma fondato di mettere a sistema tutti gli istituti di formazione già presenti sul territorio e rispondere ad un modello di sviluppo del territorio storicamente legato la mare, la nostra risorsa più grande”