Parlare di identità europea in tempi di forte crisi dell’Unione, come quella che anche l’Italia attraversa, può apparire quasi una provocazione. In realtà, le dimensioni di un mondo globale sempre più impongono visioni più vaste di quelle di singole realtà territoriali. Purché si recuperino in modo adeguato le radici e la storia, come sempre “maestra di vita”.
E’ quello che si propone l’ultimo numero di “Areopago”, la rivista che la casa editrice “Agorà” di Antonio Scollo ha affidato alla direzione di Antonino Postorino e di don Alessandro Biancalani, docenti di teologia e di scienze umane, con il sottotitolo “Laboratorio per una scienza teologica”: un laboratorio che questa volta fa tappa, per così dire, sul fronte di una “identità europea” declinata “tra sapere condiviso ed eredità perduta”. L’eredità perduta, a sorpresa, visto il diffuso luogo comune di un’Europa “laicista”, è quella dell’articolo iniziale, firmato dai due direttori, “Il fulcro teologico dell’identità europea”. L’intero fascicolo sviluppa poi il tema, in un percorso ricco di fascino.
L’editore e i direttori lo hanno presentato e discusso mercoledì alla Spezia, nell’aula magna dell’Istituto superiore di scienze religiose, insieme al direttore Carlo Lupi. Tra i presenti, il vescovo Luigi Ernesto Palletti, che ha portato il saluto, e il vicario generale Enrico Nuti.