Alle 11.15 di ieri mattina, non appena il cardinale Angelo Amato ha terminato di leggere la lettera apostolica con la quale Papa Francesco, a conclusione di un lungo cammino preparatorio durato quasi mezzo secolo, autorizzava l’iscrizione della serva di Dio Itala Mela “nel numero dei beati”, la copertura del grande tabellone posto a lato dell’altare, al centro di piazza Europa, è stata lentamente rimossa e un lungo applauso delle oltre duemila persone presenti ha salutato l’immagine di questa donna, che già nel convegno ecclesiale di Verona, undici anni or sono, la Chiesa italiana aveva indicato come “testimone del Novecento”. Per la prima volta, pertanto, la città di Spezia venera come beata una sua figlia, la cui vita coincide con quella prima parte del Novecento che, per la città, fu periodo di grande e di impetuosa crescita economica e sociale, ma anche di enormi difficoltà e tragedie, specie quelle portate dalla guerra. Se per il laicato cristiano i periodi difficili della storia sono, più di altri, un “tempo della prova”, non c’è dubbio che quel periodo sia stato tale per Spezia in modo particolare, e che proprio in esso Itala abbia maturato e portato a compimento una spiritualità che le rende, oggi, l’”onore degli altari”. La celebrazione, svoltasi in modo impeccabile, è di quelle che passano alla storia. Attorno ai cardinali Amato e Bagnasco, rispettivamente prefetto della congregazione per le Cause dei santi ed arcivescovo metropolita di Genova, c’erano altri tredici vescovi e cinque abati mitrati benedettini, convenuti alla Spezia in omaggio alla speciale vocazione benedettina di “Maria della Trinità”, come da oblata Itala Mela aveva voluto chiamarsi. Hanno inoltre concelebrato circa novanta sacerdoti, presenti inoltre dieci diaconi permanenti e ventuno seminaristi, compresi quelli della diocesi vicine dell’alta Toscana. Era dal 1975, cioè da quando alla presenza del cardinale Giuseppe Siri venne consacrata la cattedrale di Cristo Re, che non si vedeva in diocesi un numero così alto di vescovi. Suggestivo e commovente il richiamo al miracolo riconosciuto dalla Chiesa come opera dell’intercessione di Itala. Nella folla, confusa tra i compagni e le compagne del liceo “Costa” – la scuola dove anche Itala sia studiò sia poi insegnò per alcuni anni – c’era Erminia Bertoli, oggi diciottenne, salvata grazie a quel miracolo al momento della sua nascita, nel 1999. I suoi genitori hanno portato all’altare la reliquia di Itala, mentre l’infermiera Diva Pellini, che telefonò in quella occasione alle monache Clarisse di Sarzana chiedendo le loro preghiere, ha portato le offerte insieme alla badessa benedettina di Castellazzo, madre Teresa Durante. Un’altra particolarità del solenne rito è stata infatti la presenza straordinaria delle monache claustrali benedettine e clarisse, autorizzata dal vescovo proprio in omaggio alla spiritualità di Itala, che avrebbe voluto ella stessa entrare in clausura, non riuscendoci solo per motivi di salute. Una giornata che entra nella storia della diocesi e che ci affida un compito importante soprattutto sotto il profilo spirituale. Lo sottolinea il vescovo Luigi Ernesto Palletti, protagonista importante di questo evento, nelle parole affidate al nostro giornale: «Certamente ogni santo ha un suo particolare dono, ma la varietà delle figure di santità che la Chiesa ci propone ci ricorda che non vi è situazione, condizione, tempo, nel quale, con la grazia di Dio, non si possa giungere a questa meta. Celebrare dunque una nuova beata diviene un richiamo forte da parte di Dio alla nostra Chiesa locale ... Itala Mela ci ricorda che, se siamo stati battezzati nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo, dobbiamo vivere immersi in questa presenza della Trinità, che tutto avvolge. Con fiducia ci affidiamo dunque all’intercessione della nuova beata, perché si possa realizzare per la diocesi una nuova primavera di vita cristiana e di testimonianza fedele, a partire da quell’incontro con Dio e col Suo mistero di Comunione che ha segnato in modo così profondo la vita e l’esperienza mistica di Itala Mela». (testo di Giuseppe Savoca)
Card. Amato: il mondo ha bisogno di laici santi
«Beata Itala Mela, prega per noi»: il cardinale Angelo Amato, delegato pontificio, ha concluso con questa invocazione, ieri mattina in piazza Europa alla Spezia, la sua omelia per la cerimonia di beatificazione della serva di Dio spezzina. Ricordate le fasi salienti della vita della nuova beata, il porporato si è soffermato sul nome scelto da Itala al monento di pronunciare i voti monastici di oblata benedettina, “Maria della Trinità”: «Con tale nome –ha detto – ella intendeva donarsi totalmente a Dio carità senza fine. La consapevolezza dell’inabitazione della Trinità nella sua anima la spinse non solo a fare i voti classici di povertà, castità e obbedienza, ma anche quelli di vita eremitica e di totale abbandono alla divina provvidenza. Itala non voleva più appartenersi. Voleva essere tutta di Dio». Il cardinale ha così proseguito: «La consapevolezza della “inabitazione trinitaria” la rendeva serena nello spirito, incrollabile nella fede, forte nella sopportazione dei suoi malanni fisici e gioiosa nell’offerta al prossimo del suo buon esempio.
L’intensa carità trinitaria la riversava sul prossimo bisognoso con delicatezza, dolcezza e concretezza. Oltre alla preghiera e al consiglio, Itala, nonostante le sue non floride condizioni economiche, era generosa nella beneficenza, aiutando gli indigenti con collette in denaro, offerte di vestiti e di cibo, aiuto nella soluzione dei tanti problemi della vita quotidiana. E tutto ciò nonostante le difficoltà di una salute cagionevole, che la portò prematuramente alla morte». Ed ecco dunque le conclusioni, molto attuali: «La beata Itala Mela ci lancia un appello. La chiamata universale alla santità vale anche per i fedeli laici, che, se vivono con autenticità il loro battesimo, possono diventare i protagonisti della nuova evangelizzazione. La società ha bisogno della santità laicale in ogni settore della sua molteplice realtà: nell’educazione, nella famiglia, nella comunicazione sociale, nell’economia, nello sport, nel mondo del lavoro, nella politica.
Nella beata Itala Mela la Chiesa lascia un messaggio di fiducia nella possibilità del laicato non solo di vivere in pieno la santità cristiana, ma anche di essere artefice e protagonista del rinnovamento culturale e spirituale della società. Il mondo ha bisogno di laici santi, che fecondano la società con i frutti preziosi della bontà, della fraternità e della carità».
La festa il 28 aprile
Con la lettera apostolica letta ieri mattina dal cardinale Amato, Papa Francesco ha stabilito anche la data della “memoria” della nuova beata. Sarà il 28 aprile, vigilia della sua “nascita al cielo”, ovvero del giorno della morte, avvenuta il 29 aprile 1957. Il formulario liturgico, utilizzato già nella Messa di ieri, propone testi e letture che tengono conto della spiritualità di Itala, in particolare sul tema trinitario e della vocazione laicale.
Le feste del Prezioso Sangue
L‘arcivescovo Jean–Louis Bruguès, domenicano di origine francese, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, presiede oggi e domani a Sarzana le celebrazioni solenni in onore della reliquia del Sangue di Gesù. Sarzana, come è noto, è la città che ha dato i natali a Papa Niccolò V, iniziatore della Biblioteca Vaticana. La presenza dunque dell’attuale bibliotecario vaticano, invitato dal capitolo della cattedrale e dalla congregazione del Preziosissimo Sangue, sottolinea una volta di più questo antico legame. Oggi pomeriggio, dopo la Messa delle 17, Bruguès presiederà i Vespri e quindi la processione con la reliquia, attraverso le strade del centro storico: via Mazzini, piazza Matteotti, piazza Luni, via Landinelli, piazza Battisti, via Cittadella, va Mascardi, via Castruccio. Domani 12 giugno, giorno liturgico della “festa del Sangue” di Sarzana, presiederà inoltre alle 10.30 la solenne concelebrazione con i sacerdoti della diocesi e di quelle vicine. Alle 18 chiuderà la giornata una celebrazione per le persone malate della vallata, presieduta dal vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti.
Sant’Antonio a Gaggiola
Martedì 13 giugno alla Spezia, nell’omonimo santuario francescano sulla collina di Gaggiola, si celebra la festa di Sant’Antonio di Padova. Il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti presiederà la Messa solenne delle 18, mentre il padre provinciale dei frati minori francescani, Mario Vaccari, celebrerà quella delle 21. Numerose celebrazioni si svolgono comunque al santuario già oggi e domani, integrate dalla sagra popolare negli spazi adiacenti. Un’attenzione particolare si avrà, come sempre, per i bambini, che accorrono numerosi da tutta la città, con genitori e nonni, per avere la benedizione e la protezione del “santo dell’innocenza”. A tutti i pellegrini viene poi offerto un pane benedetto, segno della solidarietà verso poveri. Il ricavato di queste giornate sarà devoluto alla mensa dei poveri ed ai bambini orfani e disabili della missione francescana in Burundi.
Proposte per il servizio civile
Entro le 14 di lunedì 26 giugno ragazzi e ragazze tra i diciotto e i ventotto anni possono presentare domanda per il servizio civile volontario. Il servizio, che dura dodici mesi, prevede un rimborso di 433,80 euro mensili. Si tratta di un’esperienza di solidarietà, di servizio alla comunità e di crescita personale. Alla Spezia appaiono di particolare interesse le proposte della Caritas diocesana (trenta posti) e del consorzio di cooperative sociali “Cometa”, già Crescita comunitaria (ventisei posti). Per la Caritas, i progetti riguardano diversi settori: persone senza dimora e migranti; osservatorio delle risorse e delle povertà; accoglienza e ascolto di persone in difficoltà; oratori, minori e prevenzione; anziani. Chi è interessato può rivolgersi all’Area Giovani, in via Chiodo 24 (tel. 0187.257157, fax 0187.257583). Per il consorzio “Cometa”, i due progetti previsti riguardano “comunità in divenire” e “laboratori in rete”. Rivolgersi alla Spezia a Casa Massà, in via Cadorna 24, terzo piano, tel. 0187.25571 oppure 331.6396974.
Anniversari sacerdotali
Don Roberto Savio ha ricordato martedì il venticinquesimo di sacerdozio. A sua volta, il decano dei sacerdoti diocesani, canonico Renato Strusi, festeggia oggi settantatre anni di ordinazione. Vivissimi rallegramenti e...”ad multos annos !”
Campo estivo per famiglie
Il campo estivo per famiglie promosso come ogni anno dall’ufficio diocesano per la Pastorale della famiglia si svolgerà dal 6 al 13 agosto nella casa “Don Bosco” di Castagna D’Andrea, in Toscana, nelle foreste del Casentino. Il tema delle riflessioni sarà “I linguaggi del perdono”. Sono previste varie escursioni, in particolare a Pieve di Romena, con incontro con don Luigi Verdi. Il costo per persona adulta è di 190 euro, tutto compreso. Sconti significativi sono previsti per i bambini. Per informazioni, tel. 328.5834990.
Un libro su Costola
Oggi pomeriggio alle 15.30 a Costola di Varese Ligure viene presentato un libro sulla storia della comunità. Il libro, intitolato “Costola, sentinella silenziosa a custodia della valle”, segue quelli dedicati ad altre parrocchie ed è stato realizzato da Sergio Gabrovec e da Maurizio Pietronave. Dopo la Messa, celebrata da don Mario Perinetti e don Slawomir Adamus, lo presentano, con gli autori, Egidio Banti e Riccardo Barotti. Tutti sono invitati.
Mordacci a Sant’Anna: un libro
Mercoledì prossimo 14 giugno alle 17, all’accademia “Giovanni Capellini” di via XX Settembre 148 alla Spezia, verrà presentato il volume d’arte “Mordacci a Sant’Anna”, a cura di Pier Luigi Acerbi, di Mara Borzone e di Valerio Cremolini. Il libro, con vasto corredo fotografico, si sofferma sulla numerose opere d’arte realizzate dallo scultore Rino Mordacci nella chiesa di Sant’Anna al Felettino a partire dal 1986. Parleranno Giuseppe Benelli e Marzia Ratti.