"Vita nel parco, agricoltura e biodiversità, turismo". Sono questi i temi che hanno animato la discussione in occasione del workshop che si è svolto nei giorni scorsi nella sede del Parco a Manarola, per definire e integrare gli obiettivi e le strategie del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici.
L'appuntamento, organizzato in collaborazione con la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, l'Ente Parco e Legambiente, si è svolto nell'ambito del progetto europeo Stonewallsforlife e ha coinvolto oltre cinquanta persone tra amministratori, associazioni locali e cittadini e prosegue gli incontri di confronto, approfondimento e condivisione iniziati diversi mesi fa che avranno l'obiettivo di definire un Piano di adattamento il più possibile vicino alle esigenze di chi vive e lavora nel territorio dell'area protetta.
In apertura dell'incontro la Presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre Donatella Bianchi ha sottolineato l'importanza del ruolo dei parchi nella prospettiva della mitigazione e adattamento dei cambiamenti climatici. «Le evidenze scientifiche delineano scenari futuri sempre più segnati dall'impatto dei cambiamenti climatici sulle nostre vite e sulla conservazione della biodiversità che non possiamo più trascurare. Farlo in maniera compiuta significa parlare in termini di resilienza, pianificazione, mitigazione e adattamento. In questo orizzonte le aree protette sono laboratori ideali per la messa a punto di strategie, vocazione che rende ancora più prezioso il ruolo del nostro Parco come osservatorio e incubatore di innovazione e di buone pratiche. La costruzione di un piano di adattamento la dobbiamo alle generazioni future, per questo è necessaria la compartecipazione delle comunità locali, interpretando in chiave moderna quel senso di costruzione collettiva che è poi il DNA del paesaggio terrazzato delle Cinque Terre. Grazie al progetto Stonewallsforlife, e al suo apporto di studi, ricerche e monitoraggi, la conservazione e la trasmissione di un sapere secolare come quello legato alla tecnica costruttiva del muro a secco trova una rinnovata centralità perché fattore di resilienza ai cambiamenti climatici e di lotta al dissesto idrogeologico, oggi più che mai determinante per la sopravvivenza del paesaggio e delle comunità locali.»
Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, ha sottolineato l'importanza del ruolo dei muri a secco: «Oggi ci troviamo in una fase straordinaria in cui dobbiamo mettere in campo ogni strategia per ridurre le emissioni di carbonio in atmosfera, che sono il fattore che più incide sulla perdita di biodiversità e di paesaggi a rischio e fragili come quelli delle Cinque Terre. In questo contesto è risultata lungimirante la decisione del'Ente Parco di dotarsi in maniera volontaria di uno strumento strategico come il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che sarà anche il primo realizzato per un'area protetta italiana, e avrà l'obiettivo di indicare le linee guida su come agire in questi contesti dove la natura che si protegge può diventare uno strumento di adattamento ma anche di mitigazione ai cambiamenti climatici. Dobbiamo utilizzare soluzioni basate sulla natura per realizzare infrastrutture capaci di ridurre i rischi per il territorio, e rendere più resilienti ai cambiamenti climatici i muri a secco da cui parte la strategia di adattamento, e non solo, per le Cinque Terre.»
Chiara Trozzo della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ha spiegato quali sono gli obiettivi e le strategie che troveranno spazio all'interno del Piano. «Il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici del Parco Nazionale delle Cinque Terre è uno strumento di pianificazione sistemica che vede l'azione sul clima non più dedita alla sola gestione delle emergenze o al contrasto agli eventi estremi ma volta a qualificare lo sviluppo locale in senso più generale e duraturo. Agricoltura, Biodiversità, Turismo e Vita sono i quattro sotto-sistemi del Parco sui quali si concentreranno gli obiettivi strategici e le misure di adattamento. Questo è il risultato dell'analisi dei risultati scientifici più recenti, coadiuvata da un processo di co-sviluppo con gli stakeholders del Parco».
«Il Piano di adattamento nasce anche per capire come i cambiamenti climatici influiscono sul territorio e sulle persone che vivono e lavorano nelle Cinque Terre e diventerà uno strumento efficace per affrontare le sfide che ci aspettano diventando parte della documentazione del Piano del Parco» - ha aggiunto il Direttore del Parco Patrizio Scarpellini in chiusura del workshop.