"Il tributo di bonifica applicato dal Canale Lunense è una prestazione dovuta". Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione dando ragione al Consorzio di Sarzana, bocciando l'istanza con la quale un privato, proprietario di terreni nel comprensorio consortile, ne chiedeva la cancellazione.
La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell'avvocato Arcangelo Guzzo dello Studio Compagno di Roma: ribaltando la precedente sentenza della Commissione tributaria regionale della Liguria; confermando la correttezza della procedura adottata dal Consorzio nell'applicazione dei tributi.
Tributi da versare sulla base di un piano di classifica, giustificato in ragione del beneficio che i proprietari di immobili (parliamo per lo più di terreni e fabbricati) traggono dall'attività di costante manutenzione da parte del Canale Lunense nel comprensorio consortile.
La Cassazione ha inoltre evidenziato che compete al proprietario dimostrare l'eventuale mancanza di beneficio dall'attività del Consorzio. In definitiva ha ribadito che per un immobile all'interno del comprensorio consortile, quando esiste un piano di classifica approvato, l'imposizione dei tributi è legittima.
Come è noto le entrate tributarie del Canale Lunense per le manutenzioni dei colatori di bonifica e della rete irrigua ammontano a circa 1,5 milioni, somma ripartita tra circa 15mila consorziati, ricadenti in un comprensorio, esteso in Val di Magra, e parzialmente a Lerici, Aulla, Fosdinovo, oltre in una piccola porzione di Carrara.
Il Consorzio del Canale Lunense continua il servizio di filo diretto con i cittadini e le aziende anche sul tema dei tributi. I giorni di apertura al pubblico, nel rispetto delle norme covid, sono il martedì e il giovedì dalle 9 alle 12. Mentre, è possibile chiedere un colloquio con il presidente dell'ente, ingegner Francesca Tonelli, per il sabato dalle 9 alle 12.