Pareggiare 2-2 una partita che si sta dominando 2-0 nel calcio ci sta, basti pensare alla Waterloo della Fiorentina in Europa League, ripresa e superata dal doppio vantaggio al doppio ko. Ma lo Spezia deve dimostrare di avere finalmente raggiunto una maturità e una consapevolezza di squadra. Non è possibile continuare ad arrivare ad un passo dall'obiettivo e fermarsi sempre un attimo prima (l'anno scorso era la semifinale dei Play Off, sabato scorso il quinto posto).
La doppia assenza sulla corsia di sinistra è di quelle che pesano, vuoi per il rendimento di Migliore e Fabbrini – in lieve calo giusto nell'ultima gara al Picco – vuoi per la scarsa intesa tra Ceccaroni laterale arretrato e Piu laterale offensivo, ma i due giovani hanno qualità e devono farsi trovare pronti quando si presentano le occasioni.
Per il resto, Di Carlo suona come al solito la carica ai suoi giocatori (clicca qui), ce n'è uno in particolare che vuole e deve dimostrare ancora appieno tutto il suo valore: stiamo parlando di Antonio Piccolo, con Fabbrini l'unico in grado di creare sempre superiorità numerica e mettere la punta di turno (domani El Diablo Granoche) in condizioni ottimali per battere a rete. Dietro al trio composto dall'ex Lanciano a destra, Granoche al centro e Piu a sinistra, un centrocampo tutto muscoli e cervello, con Errasti tra Djokovic e uno tra Pulzetti e Sciaudone. In difesa capitan Terzi a dirigere il reparto, con il fido Valentini vicino, sulla sinistra Ceccaroni e sulla destra De Col. Tra i pali Chichizola.
E il Novara di Boscaglia? Partito maluccio quest'anno, con addii importanti a gennaio (Faragò e Viola su tutti), il 3-4-1-2 del mister ex Brescia e Trapani sta piano piano ritrovando equilibrio e risultati (ultimo in ordine di tempo, la vittoria in trasferta a Latina) e ora è a soli 3 punti dalla zona play-off e a 4 dallo Spezia, con una discreta serie positiva composta da 4 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte nelle ultime dieci. All'insegna dell'equilibrio anche il bilancio delle reti: 30 realizzate e 30 incassate. A Latina si è schierato con Da Costa tra i pali, il trio difensivo composto da Troest, Lancini e Scognamiglio dietro, il poker mediano formato da Dickmann, Casarini, Cinelli e Chiosa, il talento di Sansone dietro a due punte pericolose: Galabinov – otto gol come Granoche per lui - e Macheda.