Spezia calcio, se dopo appena tre giornate è presto per parlare di fallimento del progetto risalita, non è invece prematuro riflettere su un ridimensionamento degli obiettivi stagionali considerando il bilancio finale del calciomercato, condotto al risparmio da Macia e Melissano a causa della mancanza di budget, eccetto i 3,5 milioni di Agudelo, messi a disposizione dalla società.
Il responsabile dell'area tecnica Eduardo Macia dopo lo spareggio perso al Mapei contro l'Hellas Verona aveva pronunciato parole perentorie, indicando l'immediata in serie A quale unico obiettivo per lo Spezia.
Vista l'attuale classifica le Aquile non possono che migliorare, perché il potenziale della rosa non sarà da risalita immediata, almeno questo si intuisce scorrendo gli organici delle più qualificate aspiranti alla serie A, ma nemmeno da retrocessione, individuando nei play-off una ponderata via di mezzo che potrebbe portare anche a positive sorprese.
Ma oggi la realtà è ben diversa: senza entrare troppo nel merito delle valutazioni tecnico-tattiche un dato appare piuttosto evidente. La rosa attualmente a disposizione di mister Alvini non gli assicura un ricambio in ogni ruolo, condizione di partenza per qualsiasi squadra professionistica.
Sarà vero che i moduli contano e non contano, fatto sta che Alvini nel pre-campionato con il suo collaudato schema 4-3-2-1 ha vinto e convinto nelle amichevoli, ha superato il prossimo avversario Venezia in Coppa Italia, sfiorando la vittoria nella prima di campionato a Bolzano contro il Sud-Tirolo.
Stesso schema a Catanzaro, con Bastoni però al posto di Reca, Moro in giornata-no, ottimo primo tempo con il vento a favore, disfatta completa nella ripresa e non si può dare la colpa solo al forte vento contrario.
Con la partenza di Nzola, Holm, Bastoni, Bourabia, Ferrer, Gyasi, Sala, Kovalenko la squadra aquilotta ha decisamente cambiato fisionomia, ma non ha eliminato alcuni vizi di impostazione.
La retrocessione in serie B per un solo punto di differenza è figlia di una miopia degna dei peggiori progetti calcistici: giocare in serie A tutto il campionato con il solo Nzola di punta (l'unico a bucare la porta, suoi oltre il 60% dei gol fatti), perdendo punti preziosi durante le sue assenze per infortunio a causa della mancanza di un'alternativa credibile nel suo ruolo non è accettabile.
Con i soldi mal spesi a gennaio 2023 – a fronte dei 25 milioni incassati per Kiwior dall'Arsenal – ne sono stati spesi quasi 12, molti dei quali per il reparto offensivo tra acquisti e prestiti a partire dai 3 milioni per il prestito di Shomurodov, continuando con gli ingressi di Cipot e Krollis, oltre ai rinforzi in altri reparti che ancora devono convincere appieno come Zurkowski, Wisniewski, Moutinho e Lorenzo Esposito.
Non ce ne vogliano gli incrollabili sostenitori della strategia dello Spezia: in serie A non puoi mettere in campo promesse come Krollis o Cipot, o sperare che capitan Gyasi possa sopperire a suon di gol Nzola nel suo ruolo di punta centrale, o pensare che un giocatore praticamente messo fuori rosa da Moutinho nella Roma come Shomurodov , comunque non prima punta di ruolo, possa risolverti i problemi.
A differenza di Daniele Verde: il numero 10 aquilotto, se resterà come sembra, ma il mercato in Turchia chiude tra una settimana, potrebbe essere l'acquisto più importante per la squadra di Alvini, apportando in serie B un notevole salto di qualità tecnica nel reparto formato, come al solito, da un'unica punta centrale (Luca Moro) supportato da ragazzini (Pio Esposito e Krollis), con il talento di Antonucci che stenta a emergere in questa fase di avvio del campionato.
Né Moncini, Né Donnarumma, Né Coda, Né Mancuso ma nemmeno Canotto erano alla portata del magro budget aquilotto, ripiegato sull'acquisto del solo Elia e di lenti difensori centrali.
La risalita dello Spezia, a questo punto passa da un'unica condizione, che vale per Verde ma anche per Dragowski, Amian, Reca, Zurkowski, Salvatore Esposito, ovvero tutti i titolari retrocessi: la serie B richiede un cambio repentino di mentalità, perché è un campionato duro, agonistico, dove il minor livello tecnico è ampiamente compensato dalla velocità di esecuzione.
Il fatto che i loro ingaggi sarebbero stati ribassati in caso di retrocessione era una clausola ben chiara al momento dei rinnovi: in ogni caso, per meritarsi gli stipendi ribassati a 250, 300, 350 mila euro l'anno, ovvero quanto guadagna un qualsiasi lavoratore dipendente in 10 anni i lorsignori dovranno mettersi d'impegno, per evitare che la contestazione dei tifosi cambi faccia.
A livello societario un primo importante passo è stato comunque fatto: la nomina a Dg di Andrea Gazzoli, uomo di campo e manager sportivo e il contestuale ridimensionamento di Tella a semplice componente del cda va nella giusta direzione di riavvicinare gli asset interni del club – proprietà, tecnico e direttivo – alla piazza del tifo.
Una nomina che potrà fare la differenza alla prossima tappa di mercato – se la situazione non sarà nel frattempo migliorata – per stimolare la proprietà rispetto all'innesto di eventuali nuovi giocatori.
Ad oggi, con la rosa disponibile Alvini in vista di Venezia potrebbe provare a riproporre il 4-3-3, pur sapendo di non disporre di alternative ai difensori laterali Reca e Amian in caso di loro impedimento.
Del resto, con gli infortuni di Muhl e Hristov, in aggiunta a quello di Wisniewski anche il reparto centrale difensivo è in sofferenza.
Anche lì manca un ricambio valido per ogni ruolo, con il solo capitan Nikolaou a tenere in piedi la difesa, affiancato dal giovane georgiano appena arrivato o, all'occorrenza, da Amian e forse da Ekdal, giocatore esperto ma non certo votato alla velocità.
Almeno sulla carta il confronto tra gli attacchi con le prime squadre otto in classifica è piuttosto sconfortante: la prossima avversaria, il Venezia ha un reparto progettato per fare tanti gol guidato da Pohjanpalo e l'ex Pierini, insieme a Gytkjaer, Johnsen e Olivieri, tra i giovani il 2003 Enem, il 2004 Rodrigues e il 2004 Boudri.
La capolista Catanzaro può disporre di Iemmello, Donnarumma, Biasci e il promettente 2004 D'Andrea.
Il Parma ha giocatori d'esperienza: il '91 Inglese, il '93 croato Colak ex Glascow Rangers, il '94 Partiplo ex Ternana, il rumeno '98 Dennis Man, il congolese '99 Charpentier.
Il Modena schiera il '91 Falcinelli, il '92 Strizzolo , il '94 Manconi oltre ai giovani 2002 Bonfanti e 2003 Abiuso.
Il Palermo punta dritto alla A con Mancuso, Insigne, Di Mariano, Di Francesco, l'ex Soleri, Brunori e i ragazzini Di Mitri 2006 e Lo Coco 2004.
L'attacco del Sud Tirolo, come abbiamo visto a Bolzano poggia in gran parte sull'esperienza del '91 Odogwu e del '93 Casiraghi (doppietta contro lo Spezia) insieme a Cisco, Merkaj, il recuperato Carretta e Rover, con giovani di spessore come il 2001 Pecorino, il 2000 Rauti e il 2002 Ciervo.
A Bari segna uno spezzino doc, il 2000 Gregorio Morachioli, con lui la classe del "vecchio" '87 Ménez, insieme a Diaw, Sibilli e Aramu sicuramente un reparto temibile, anche qui giovani a cornice come il 2003 Nasti e il 2005 Ashcroff.
Finiamo la zona play-off attuale con la Cremonese, anche se la serie B conta altre squadre ambiziose tra cui Pisa, Reggiana, Ascoli e la stessa Samp. Nella ex squadra di Alvini ora Ballardini vanta un signor attacco. l'88 Coda ma anche il '97 ex Okereke, Daniel Ciofani, Buonaiuto e Zanimacchia su tutti.
E lo Spezia? Nel reparto avanzato l'unico titolare reduce dalla serie A, per ora, è il numero 10 Daniele Verde. Con lui i nuovi Salvatore Elia '99, Mirko Antonucci '99, Luca Moro 2001, Francesco Pio Esposito 2005, oltre ai confermati 2003 Cipot e 2001 Krollis.
Basteranno? Nella scorsa stagione complessivamente tra A e B hanno realizzato 23 gol: 3 Elia in B nel Palermo, 3 Verde in A con lo Spezia, 11 Antonucci in B nel Cittadella, 6 Moro in B nel Frosinone.
Ovviamente si aspettano anche i gol da altri ruoli oltre che dall'attacco, ma è sicuramente dal reparto offensivo che si attendono i numeri maggiori di realizzazioni, considerando che l'anno scorso, in serie B, il peggior bilancio di reti fatte è stato quello del retrocesso Benevento con 33 centri, ma i 41 e i 40 gol segnati da Perugia e Spal non sono bastati alla loro salvezza.
In cima alla classifica, la scorsa stagione il Frosinone con 53 reti ha staccato il Genoa secondo classificato a quota 53, mentre il Bari rimasto in B aveva fatto meglio del grifone con 58 reti all'attivo che non gli sono servite nella sfida decisiva persa ai play-off contro il Cagliari di Ranieri, capace in ogni caso di andare in gol 50 volte in stagione.