Il Comitato il 20 ottobre ha presentato delle “osservazioni” preliminari e proposte, bloccate in Commissione Territorio dal presidente Luca Spilamberti. Non sappiamo che uso ne sia stato fatto. A noi preme informare i cittadini delle lacune che a nostro avviso viziano il Piano/Progetto.
Innanzitutto andrebbe ridefinita la linea demaniale, battaglia di legalità che conduciamo ormai da tre anni. Lo abbiamo scritto prima dell’ultima mareggiata, che secondo alcuni “non vale” perché era una burrasca con venti a 170 chilometri orari. Il Codice della Navigazione e il Codice Civile affermano che appartengono al demanio il lido e la spiaggia (secondo lo Zingarelli “fascia di costa pianeggiante, generalmente sabbiosa”) e per la giurisprudenza della Cassazione l’arenile bagnato dalle mareggiate straordinarie (e non ordinarie come credono la Capitaneria di porto e il Demanio regionale).
Abbiamo messo a disposizione tutta la documentazione inutilmente proposta alla giunta Cavarra e abbiamo proposto di inserire nel PUD una clausola di salvaguardia del bene pubblico in vista della rielaborazione del Piano del Litorale.
E’ stato assunto il parere del Parco Magra, inviando lo studio d’incidenza? Non ci risulta. Secondo noi è obbligatorio per legge e va assunto prima dell’adozione in consiglio comunale, perché l’Ente ha competenza esclusiva sul Sito d’interesse Comunitario (europeo) di Marinella. Il PUD potrebbe essere impugnato.
Non siamo entrati nel merito se il Piano vada sottoposto a VAS (Valutazione Ambientale Strategica), anche se condividiamo il parere del giurista ambientale Marco Grondacci, secondo il quale si dovrebbe procedere a valutazione.
Invece abbiamo evidenziato che la rilevazione dello stato di fatto del litorale, su cui si fonda il Piano, non risulta conforme alla realtà, sia guardando la carta del Piano del litorale adottata dal consiglio comunale, sia guardando Google Maps e Google Hearth.
Sono necessari chiarimenti sull’area dell’Oasi e, soprattutto, sullo status di stabilimento del bagno La Goletta. Con delibera di giunta nel 2013 fu trasformato da chiosco di 100 metri quadri a stabilimento di 2.860 mq in assenza di PUD. Come è stato possibile? Dalla delibera della giunta Cavarra non si comprende.
Per gli scarichi fognari, la gestione eco-compatibile degli stabilimenti, per il risparmio delle risorse idriche ed energetiche o mancano prescrizioni o si raccomanda o auspica che i gestori siano buoni cittadini. Addirittura per la raccolta differenziata, a cui tutti i sarzanesi si devono attenere, si formula “l’auspicio” che i gestori la garantiscano. Ad avviso del Comitato va scritto l’obbligo di procedere anche sulle spiagge alla raccolta differenziata.
Comitato Sarzana, che botta!