Il futuro del sommergibile Leonardo Da Vinci e il suo destino alla Spezia passano, almeno secondo l'Assessore Asti, dalla distinzione tra attrazione e prodotto turistico.
La prima cosa non basta, deve diventare la seconda perchè la musealizzazione funzioni e produca turismo ed economia.
E' questo, in estrema sintesi, ciò che l'Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune della Spezia ha ribadito durante la convocazione congiunta della II Commissione (Assetto Territoriale – Ambiente - Traffico e Mobilità - Qualificazione Sistema) e della IV Commissione (Politiche Sociali – Sanità – Pubblica Istruzione – Politiche Giovanili – Infanzia – Formazione – Università – Cultura – Sicurezza sui luoghi di Lavoro) per discutere del progetto relativo al recupero e alla musealizzazione del sommergibile Leonardo Da Vinci.
Una questione di cui si parla da tempo e sulla quale restano ancora tanti interrogativi, sia per quanto concerne la collocazione del sommergibile sia per il “ruolo” che potrebbe avere.
E' proprio questa la chiave di lettura secondo l'assessore Asti: passare da attrazione a prodotto turistico significa fare del sommergibile uno strumento di positive ricadute sul territorio, in chiave di presenze turistiche e conseguentemente di ricavi economici.
Per semplificare, riportando l'esempio usato dall'Assessore, un conto sarebbe avere il sommergibile, risistemato, posizionato in Calata Paita e “semplicemente” visitabile; un altro, invece, sarebbe farne una parte importante di un percorso museale complesso ed una possibilità esperenziale unica, facendo “vivere” ai visitatori qualcosa di molto simile a quello che si provava davvero a bordo del sommergibile, quando era unità attiva della Marina.
Marina che resta in gioco anche ora perchè l'ipotesi più gettonata, “approvata” anche in Consiglio Comunale con un ordine del giorno presentato dal Consigliere di Avantinsieme Lorenzo Forcieri, ed ampiamente condiviso, ne prevederebbe il collocamento all'interno del Museo Navale. Museo, però, che non è del Comune e quindi, ha sottolineato l'Assessore, sarebbe impossibile per il Comune promuoverlo tout court.
E, ovviamente, si pone soprattutto il problema della gestione.
Una gestione che, anche nel caso in cui la Marina concedesse il sommergibile e lo stesso Museo Navale, l'amministrazione non sarebbe in grado, da sola, di portare avanti perchè servirebbe, parole dell'Assessore Asti, “trasformare un magazzino ordinato di oggetti anche unici, in un vero e proprio museo”.
Servirebbe uno studio, realizzato da esperti, su come fare tutto ciò sulla carta e poi, magari, anche portarlo avanti nella realtà.
Servirebbero anche, senza dubbio, dei finanziatori.
Il Consigliere Lorenzo Forcieri, presente in Commissione, ha ribadito quanto scritto nel suo odg votato quasi all'unanimità dal Consiglio comunale, ovvero la possibilità di costituire una Associazione temporanea di scopo, e guarda, tra gli altri, non velatamente, all'Autorità di Sistema Portuale della quale in passato, tra l'altro, è stato anche Presidente. Possibilità questa che, ha chiesto il Consigliere Patrizia Saccone, “deve essere approfondita dall'amministrazione”.
La questione musealizzazione del Da Vinci resta, quindi, completamente aperta. I passi dovrebbero essere la dialettica e la trattativa con Difesa e Servizi per capire come procedere, poi la ricerca di partner per portare avanti il progetto che, ha ribadito Asti, “deve essere ampio, non limitato al solo sommergibile”.
Insomma, se sul recupero del sommergibile non ci sono dubbi sulla strada da seguire, che non può che essere la risistemazione e la collocazione fuori dall'acqua (collocarlo in mare sarebbe troppo costoso sul fronte della successiva manutenzione), per il resto tutti i dubbi restano. L'obiettivo c'è e anche il traguardo finale in via ipotetica, ma la strada per farne un prodotto turistico e per gestirlo sembra ancora piena di ostacoli.