Abbiamo già avuto modo di dire che i danni dal punto di vista procedurale ed urbanistico provocati dalle vecchie amministrazioni comportano tempi dilatati, che andranno a giustificazione della nuova Giunta, ma oggi sono necessari passaggi a breve tempo che necessariamente dovranno essere ripresi in mano via via che tutti gli strumenti urbanistici prenderanno forma e operatività, da parte della nuova amministrazione per evitare ulteriori intoppi.
Concordiamo col ritiro del ricorso al TAR sul “piano spiagge”, ma riteniamo che sia obbligatoria la verifica dei tempi, perché il precedente piano spiagge approvato prima della procedura di VAS risulta illegittimo. Quindi la modifica del piano, almeno secondo le prescrizioni imposte, dovrebbe ripetere il percorso previsto dalle norme, fermo restando il dubbio se la nuova procedura di VAS che andrebbe avviata, sia ancora di competenza della Regione, come pare di capire da una sua circolare, o se già soggetta alla nuova normativa che la rimanda al Comune che, però, non ha attivato nessun ufficio competente in merito.
Allo stesso modo per il PUD, già passato in commissione e pronto per essere portato all’esame del Consiglio comunale, che di fatto fotografa la situazione antecedente al Piano spiagge e che, quindi, dovrà essere rivisto a tempo debito anche perché il PUD dovrà recepire i dettami del nuovo PUC ben lungi a venire.
Per ultimo continua ad essere taciuta la problematica della linea demaniale, forse la più importante, che pare erroneamente definita a beneficio della proprietà privata che oggi cerca di lottizzare col maggior introito possibile un’area senza lo specifico strumento urbanismo che ne legittimi lo “spacchettamento”. Area che potrebbe essere demaniale se la linea fosse ridefinita secondo le norme di legge mettendo quindi a rischio di esproprio le aree eventualmente acquistate dai balneatori.
Ricordiamo che il costo per l’acquisto dell’area dal privato, che con la corretta definizione della linea demaniale potrebbe essere invece pubblico, e quindi in concessione senza acquisto, stimato dallo stesso Comune fino a 500/800.000 euro per stabilimento da aggiungere a quelli per l’abbattimento e la ricostruzione delle strutture e per altri oneri inerenti, ricadrebbe sulle tasche dei cittadini attraverso il costo dei servizi per consentirne l’ammortamento.
Stessa cosa per la querelle dei chioschi per le spiagge libere che, se riportati entro il confine demaniale e non più su area privata, eviterebbero l’affitto della striscia da parte del Consorzio, il conseguente subaffitto ai gestori e una serie incredibile di passaggi burocratici consentendo al comune la veloce convenzione annuale coi gestori già dai primi mesi dell’anno.
Valter Chiappini
per il gruppo Sarzana in movimento