Parole usurate prospettive aperte” e “il 68”, su invito dell’Associazione Culturale Mediterraneo.
Viale ha dialogato con Giorgio Pagano, Presidente di Mediterraneo, che ha definito “Slessico familiare” un contributo politico e culturale molto importante sia “alla critica di alcune parole del pensiero dominante e al disvelamento di quello che c’è dietro di esse, come per esempio la parola ‘merito’”, “sia all’individuazione di altre parole, che prospettano un pensiero alternativo, le parole dell’ecologia della mente, dell’economia circolare, della conversione ecologica e della lotta al patriarcato”.
“C’è un filo rosso con il libro sul ’68 -ha detto Pagano- ed è la lotta alle gerarchie”, ma “il pensiero successivo di Viale è più ricco, perché è fondato sul femminismo e l’ecologismo e va oltre i ‘bracieri spenti’ della sinistra e del socialismo”.
Guido Viale ha concordato: “Il filo conduttore dei due libri è la critica antigerarchica e antiautoritaria, la ‘lunga marcia nelle istituzioni’ di cui parlava il leader del ’68 tedesco Rudi Dutschke... le novità che non c’erano nel ’68 sono la critica al patriarcato, che è la base fondamentale della struttura gerarchica e autoritaria della società, e la critica allo sfruttamento della natura”. Il ’68, ha continuato Viale, “si caratterizzò per la rivendicazione della dignità e per il rifiuto del servilismo, ma non fu né femminista né ecologista, anche se la metà dei partecipanti erano donne e se qualche nucleo di queste culture, molto minoritario, c’era già”.
Viale ha così concluso: “Oggi il problema principale è il razzismo contro i migranti e contro i poveri, che sta avanzando dappertutto e sta facendo saltare l’Unione europea, ma non si deve tornare ai nazionalismi bensì ricostituire l’Europa dalle fondamenta”.