La nostra Costituzione traccia un’idea della nostra società in modo molto chiaro. Eppure, quando ricevo i cittadini a Palazzo Civico, le loro esperienze disegnano sempre più spesso una diseguaglianza sociale profonda, le cui radici affondano nella crisi economica e valoriale che stiamo vivendo, che rende loro impossibile festeggiare una giornata come questa. “Perché devo festeggiare il primo maggio, se io un lavoro non ce l’ho?”. La risposta a questa domanda è la sfida del nostro tempo.
Il primo maggio non è solo la festa di chi lavora. Oggi è la festa del lavoro, un diritto e un dovere insieme. Un diritto, perché è una fonte di sostentamento che determina un’indipendenza economica fondamentale per l’individuo e ancor più una forma di realizzazione personale. Un dovere, perché lavorando si contribuisce al benessere della famiglia e della comunità.
Per questo, il mio pensiero e il mio abbraccio va a quanti vivono nell’ansia di un contratto a tempo determinato che sperano si rinnoverà, nelle preoccupazioni burocratiche di chi ha la Partita Iva, nella frustrazione dei giovani e dei meno giovani che non riescono a entrare o rientrare nel mondo del lavoro.
A loro ribadisco il mio impegno a costruire opportunità economiche per il futuro della nostra Città, e traguardarla oltre la crisi.
Buon primo maggio di speranza a tutti.
Il Sindaco
Pierluigi Peracchini