“In queste ore dramatico stiamo passando tutti quanti na grossa crisi. Non sappiamo più quando stiamo antando su questa tera. Ti chiedi i come mai, i quasi quasi, i dove chi e i perché quando, ma dov’è la risposta?”.
Forse citare il mitico Quelo, famoso personaggio di Corrado Guzzanti che ricercava le risposte ai problemi più disparati non arrivando mai a nulla di concreto, non aiuterà il Partito Democratico a ritrovarsi.
A trovare il PD e, più in generale, il centrosinistra hanno provato ieri pomeriggio il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il consigliere comunale di LeAli a Spezia Guido Melley, il sindaco di Riomaggiore Fabrizia Pecunia, il segretario generale CGIL La Spezia Lara Ghiglione e il presidente provinciale ANPI La Spezia Paolo Pucci al Centro Allende in un incontro dal titolo “Sinistra dove sei? Dibattito intorno al futuro del PD e del centrosinistra”.
“Analisi della sconfitta”, “riflessione interna” e “contatto con i cittadini” sono frasi sentite più e più volte in questi ultimi anni, soprattuto provenire da quella sinistra che sembra avere smarrito se stessa, non aver sempre fatto una profonda “analisi della sconfitta”, non aver dato vita ad una costruttiva “riflessione interna” e soprattutto accusata da più parti di aver perso il “contatto con i cittadini”.
La partenza non è delle migliori, infatti per qualche secondo il microfono pare non voler proprio funzionare tanto che il Ministro della Giustizia esclama scherzosamente “È Peracchini che...”, come ad indicare un presunto sabotaggio all’impianto audio. C’è sicuramente molto di cui parlare, dato che è recentissima (qualche ora fa) la notizia di un’altra sconfitta, ovvero quella delle regionali in Molise per cui il candidato del centrosinistra Carlo Veneziale si è fermato al 17,1%, senza contare che questa domenica si vota per le regionali in Friuli-Venezia Giulia.
“Lo vedo anche nel mio partito, la tendenza è quella di auto assolversi - afferma il Ministro Andrea Orlando - C’è bisogno di coinvolgere quelli che con il voto hanno espresso una critica a ciò che resta del centrosinistra, altrimenti la tendenza è quella di replicare una dinamica che si è già determinata in campagna elettorale, dire sostanzialmente che il PD ha fatto tutto bene e che non hanno capito gli elettori. La sinistra non può esistere se non è in grado di rappresentare almeno una parte degli esclusi, perderebbe la sua ragione storica. Resta una strada da percorrere, ovvero costruire un’alleanza tra i settori progressisti della società inclusa e i settori che esprimono una domanda di giustizia sociale che non incrocia un’offera politica. Noi come PD abbiamo rivendicato di aver salvato una situazione economico finanziaria compromessa. Ma alle persone questo messaggio è arrivato come positivo o negativo? A chi in questo sistema economico si trova a vedere compressi diritti, dire che si è salvato il sistema rischia di diventare una colpa. Oggi bisogna mettere in discussione il sistema stesso”.
Tra il folto pubblico che ha riempito ogni angolo della sala conferenze del Centro Allende si trovano esponenti di diverse sigle politiche ma si annoverano alcune assenze a targa PD come ad esempio la segretaria provinciale Federica Pecunia.
È il turno del segretario generale della CGIL La Spezia Lara Ghiglione, sindacato che ha avuto non poche frizioni con quel PD a trazione renziana, ad esempio sulla questione Jobs Act: “Potrei cavarmela dicendo ve l’avevamo detto che sareste andati a sbattere ma non credo sia utile a nessuno fare critiche distruttive. Negli ultimi 5 anni 20 milioni di elettori hanno cambiato il comportamento di voto: solo il 49% rispetto al 2013 (di coloro che votavano il PD) ha confermato il voto, solo il 5% di chi votava PD ha votato LeU, il 13% ha votato M5S, il 4% Lega e il 21% si è astenuto. Il 50% dei disoccupati ha votato M5S, l’8% per il PD. Il 33% degli iscritti alla CGIL ha votato M5S, il 10% la Lega, solo i 52% ha votato partiti di centrosinistra”.
Osservando i dati riportati dal segretario Lara Ghiglione due domande, nell’alveo del centrosinistra, sono d’obbligo. Chi ha da sempre votato centrosinistra e che ha dato vita ad una lista civica entrando a palazzo Civico come consigliere comunale è Guido Melley di LeAli a Spezia: “Il PD, che non ho votato il 4 marzo, ha perso radicamento, perdendo il dialogo con le persone. Ogni sabato vedere in Corso Cavour il gazebo della Lega mi fa male, quei luoghi una volta erano presidiati da altri partiti. Il PD pare soffrire di una sindrome alla “muoia Sansone e tutti i filistei”. Un partito che non ha più avuto la voglia di stare insieme in un quadro di coalizione. Il centrodestra riesce a stare insieme, nonostante lacerazioni e contraddizioni. Non bisogna stare insieme per forza, ma neanche separarsi per forza”.
Insomma un centrosinistra ed un PD che hanno perso, per dirla alla Battiato, il loro centro di gravità permanente. Ricucire uno strappo così profondo con i fuoriusciti non è sicuramente facile, ma forse neanche impossibile. Intanto questa domenica in Friuli-Venezia Giulia si vota.