Come avevamo ampiamente anticipato mesi fa, la giunta di centrodestra non intende applicare la legge sul gioco d’azzardo. E così le mezze verità, sotto forma di proroghe annuali, diventano una vera e propria bugia: oggi, sostanzialmente, la giunta dice che la legge del 2012 sarà affossata. Così facendo sarà gettato a mare un lavoro egregio circa il contenimento del gioco d’azzardo e la definizione di criteri a tutela degli adolescenti, soprattutto per quanto riguarda la presenza di slot machine in esercizi commerciali vicini alle scuole. In primavera l’assessore Rixi riteneva necessaria la proroga proprio per trovare una soluzione efficace; ora invece piega la testa ai voleri di un gruppo di commercianti che minacciano smottamenti occupazionali. Vedremo alla prova dei fatti se tali licenziamenti ci saranno o meno, a prescindere dalle slot machine.
Naturalmente la questione non si origina soltanto a livello regionale, ma riflette un quadro nazionale in cui per anni si è strizzato l’occhio alle multinazionali del gioco d’azzardo, permettendo l’invasione delle videoslot. La classe politica nazionale ha assecondato le pesanti pressioni di questi gruppi di potere.
Oggi, con la mancata applicazione della legge del 2012, in Liguria si torna indietro: e qui si evidenzia uno dei limiti della legge stessa, che stabiliva un tempo troppo lungo per l’entrata in vigore e non garantiva controlli rigorosi sulla sua applicazione. Oggi Rixi non potrà più dire che la questione sta a Roma: la questione sta invece nell’ipocrisia delle sue parole, nel non aver fatto nulla per tentare di applicare la legge, nel non aver trovato un punto di mediazione che non snaturasse i principi della norma. Da ultimo, non è vero che l’assessore sta lavorando le associazioni anti-slot; perché a queste organizzazioni non è data alcuna possibilità di intervento concreto. Tutto questo suona come il “de profundis” della legge.
Gianni Pastorino, Francesco Battistini
Consiglieri regionali Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria