Andrea Costa ed il suo gruppo “Sarzana Popolare” continuano il percorso di confronto sui temi che costituiranno l’azione politica della lista sarzanese alle amministrative 2018.
“I cittadini come motore di chi vive di realtà e non di politica – ripete Roberto Italiani, coordinatore del gruppo – insieme ad una coalizione dove a decidere siano le persone che vivono la città ed un candidato sindaco proveniente dalla società civile”.
Ospite della mattinata era Gianluca Gianecchini, consulente di marketing turistico, con cui i presenti hanno lamentato criticità e cercato alternative di politica turistica per se stessi e, di conseguenza, per la città. Un turismo convogliato e sfruttato sul territorio come chiave decisiva del rilancio di una Sarzana che ha perso molto del suo smalto durante la crisi e conseguentemente agli sviluppi positivi di altrui realtà.
“Un tentativo di cambiare il metodo politico in una città che paga l’alto prezzo di una gestione esageratamente lunga che ha come conseguenza automatica il perdere di vista quelle che sono le problematiche, le peculiarità, le priorità e le potenzialità inespresse della città – spiega Costa – quando un’attività chiude non si perdono solo posti di lavoro, si perde anche un presidio del territorio, un controllo ed una lotta al degrado, ed il turismo deve essere un tema prioritario da incentivare, un volano indispensabile per il commercio e per Sarzana”.
Il turismo è in effetti cambiato e obbliga ad adeguarsi a diverse necessità e richieste, a diversi stili di attrazione e a diverse pubblicizzazioni, anche e soprattutto a Sarzana che pare non riuscire ad intercettare realmente i flussi di turisti che passano e vanno altrove, o che solo sostano per la notte e poi ripartono per Pisa o per le Cinque Terre. Quel turismo che lascia percentuali e numeri utili ai resoconti aritmetici regionali ma non ai commercianti ed alla città, come pare dedursi dalle lamentele degli esercenti. Un flusso turistico stimolato e gestito in sincronia con le aperture simultanee e conseguenti di negozi, IAT, chiese e Fortezza Firmafede, sarebbe un turismo funzionale e produttivo per tutti, in primis per i turisti che ambirebbero a tornare.
“Sarzana non ha bisogno di niente tranne che di un’amministrazione che metta il turismo al primo posto – rincara Italiani – dopo la visita alle Cinque Terre i turisti vengono abbandonati o instradati altrove perché non si incentiva a sufficienza il tanto che la nostra città offre o offrirebbe a chi, magari, neanche la conosce solo perchè non pubblicizzata”. Conclude polemicamente Costa: “Ci sarebbe piaciuto parlare di come “migliorare” la situazione di Sarzana e non di come “reimpostare” un qualche cosa che non ha funzionato. Credo che per troppi anni la città ha pensato di poter vivere solo di luce riflessa, senza bisogno di far niente in quanto bella realtà ricca di storia e di arte. Ma oggi non è più così, non basta un luogo bello, né un prezzo competitivo, devi provare ad emozionare e offrire esclusività e accoglienza perfetta. Quando dei Comuni decidono poi di mettersi insieme e di creare turismo bisogna capire se è vero che c’è la volontà di escludere oppure quella di non partecipare da parte di altri. La gestione di un distretto turistico richiede che tutta la provincia debba essere coinvolta e messa a sistema, e da parte delle amministrazioni serve la volontà e la disponibilità a dialogare anche con chi è politicamente diverso. Se l’amministrazione invece continua ad anteporre agli interessi del territorio quelli del partito, non fa il bene della città”.
