Una lettura drastica ed essenziale dell'ormai "perso" Consiglio Comunale richiede solo di evidenziare una chiara realtà: un'occasione di giusto lavoro e pianificazione persa, un'ufficializzazione di un grave problema politico in corso, di un'apparente incapacità risolutiva deprecabile per il buon funzionamento del Comune stesso.
Ma non sta a noi giudicare e valutare eventuali colpe, bensì solo rendicontare fatti e relativi commenti.
- Mercoledì 7 giugno, ore 18.30:
convocazione conferenza Capigruppo per definire la data di calendarizzazione del Consiglio Comunale, in cui discutere e votare sulla richiesta di revoca della carica di Presidente del Consiglio Comunale (richiesta di decadenza/revoca che da tempo incombe come una spada di Damocle sulla testa di Paolo Mione, reo di non essere più superpartes, specie dopo la sua uscita dal partito di maggioranza - leggete QUI).
La conferenza Capigruppo anticipa di 30 minuti l'avvio (alle ore 19.00) del Consiglio Comunale regolarmente annunciato, ma viene disertata dai capigruppo di minoranza, invalidando la Conferenza stessa.
4 i Capigruppo di maggioranza presenti (Lorenzini - Frassini - Antola e Rosignoli), 4 quelli di minoranza assenti (Pittiglio - Chiappini - Zanetti - Rampi), uno, assente da tempo (Giannini) di difficile collocazione.
La Conferenza Capigruppo quindi salta e, entro breve, si capisce che il Consiglio Comunale è in "forse".
- Ore 20.00: il Presidente Comunale Mione constata, davanti ad una Sala Consiliare vuota, la mancanza del numero legale previsto per avviare il Consiglio, sospende la seduta e rinvia di un'ora la nuova "chiamata", il nuovo appello.
- Rinvio inutile perchè alle 21.00 nulla è numericamente cambiato, e solo si deve prendere atto dell'avvenuta diserzione della Maggioranza.
Presenti infatti solo il Consigliere PD Mario Torre (oltre al Vice Sindaco Elisabetta Ravecca e agli Assessori Nicola Caprioni e Beatrice Casini), grande assente il Sindaco Alessio Cavarra.
Presente tutta la minoranza: i Consiglieri Pittiglio (Mdp), Rampi (Fratelli d'Italia), Chiappini (Sarzana in Movimento) e Zanetti (Sel).
Casuale o studiato, per ripicca o meno, il Consiglio è saltato e rinviato a data da definirsi.
Non pochi e tantomeno risibili gli argomenti saltati: dalla discussione sulla "partecipata Pallodola" (il cui Presidente Giovanni Destri convocato era presente in Sala), al piano di organizzazione delle teleradiocomunicazioni, dal piano delle antenne e salute dei cittadini alla variante urbanistica sulla Variante Aurelia e altro ancora.
Un primo risultato ottenuto è quello di un "consolidamento dell'unione" dei 4 Capigruppo di minoranza, uniti ora in un'unica dichiarazione e confluiti immediatamente nella mozione di Carlo Rampi, di cui citiamo l'essenziale:
"I 5 Capigruppo (Giannini - Lorenzini - Frassini - Antola - Rosignoli), che hanno opinato, insieme ad altri Consiglieri, di sottoscrivere la mozione di revoca del Presidente del Consiglio Comunale, possono senz'altro e senza bisogno di ausilio da parte dei rappresentanti dei gruppi di opposizione, assicurare il numero legale previsto dal regolamento per la celebrazione della Capigruppo e dare corso alle incombenze necessarie all'osservanza nel rito della procedura da loro avviata.
Se così non fosse il problema sarebbe esclusivamente il loro, atteso che, per dar corso alla procedura, hanno ritenuto di coinvolgere nella sottoscrizione un Consigliere che da anni diserta le sedute del nostro Consiglio ed è, attualmente, sottoposto al vaglio della Magistratura Amministrativa Regionale".
D'ora in poi quindi, i 4 Capigruppo di minoranza parteciperanno alle Conferenze tutte e su tutti i necessari argomenti, tranne a quelle che riguarderanno la richiesta di revoca del Presidente del Consiglio, obbligando così la maggioranza a necessitare della presenza "fisica" del Consigliere Giannini in conferenza capigruppo, proprio quella del Consigliere da sempre "desaparecido".
"Assoldano Giannini (salvato dalla decadenza, prevista dal regolamento Comunale, proprio dalla maggioranza) per arrivare al "numero" necessario per la mozione di revoca e poi pretendono che, in sua assenza, garantiamo noi il numero legale? - commentano all'unisono i Consiglieri di minoranza - e per ripicca non si presentano al Consiglio Comunale? Povera città, una mancanza di rispetto verso le Istituzioni, la città stessa e, soprattutto, i sarzanesi. Sarzana non merita tutto questo".
Mesto il commento di Mario Torre, unico Consigliere PD presente: "Penso ci siano altri modi per esprimere il dissenso, legittimo il comportamento deciso dai miei colleghi di maggioranza, ma non si può fare mancare il numero legale ad un Consiglio, questo non è, perlomeno, il modo che intendo io di fare politica. Si partecipa e si dicono le nostre ragioni, si interviene e si discute nel merito".
Nel frattempo il Consigliere Giannini, consultato telefonicamente, dichiara di non essere a conoscenza del Consiglio Comunale in corso e la sua indisponibilità ad essere in Italia prima del 28 giugno.
Su Facebook rimbalzano immediate le prime reazioni al Consiglio Comunale fallito, la prima proviene dal Consigliere Regionale Juri Michelucci (Pd) che condivide (per pochi minuti) un comunicato stampa a nome dei gruppi di maggioranza, di cui vi riportiamo un estratto: "Il problema è che la minoranza, e soprattutto il Presidente del Consiglio, vogliano sottrarsi alla discussione di un atto previsto dal Testo unico e dal nostro regolamento. Questa é solo l'ennesima conferma della mancanza di rispetto delle Istituzioni che da tempo lamentiamo. Per questo abbiamo deciso di non partecipare alla seduta del Consiglio Comunale odierna coerentemente con i principi che ci hanno portato a firmare la mozione di sfiducia al Presidente Mione. L'episodio di oggi conferma come egli si presti al gioco della minoranza, senza esercitare la sua funzione superpartes. Oggi l'unica certezza è che si è formata una nuova coalizione che va dal postfascismo al populismo, e alla prima uscita pubblica, dopo le riunioni carbonare, ha pensato bene di disertare la Conferenza Capigruppo per fuggire alla discussione, appositamente convocata all'unanimità in orario consono a tutti".
La lunga serie (trascritta) di "Assente ingiustificato", e di "Non pervenuto" riferito a Giannini (o "Latitante" come suggerito ironicamente dai presenti), seguita all'appello del Presidente per verificare il numero legale si conclude con la presa d'atto di Mione ed una sua breve e lapidaria dichiarazione:
"Una pagina pessima della storia del Consiglio Comunale di Sarzana, in questo modo stanno bloccando l'attività amministrativa della città. Nei prossimi giorni chiederò un incontro al Prefetto della Spezia per descrivergli questa situazione che, penso, non abbia precedenti non solo a Sarzana ma in tutta Italia. La conferenza capigruppo é saltata per la mancanza della minoranza che ritiene che sia la maggioranza richiedente a dovere assicurare il corretto svolgimento della conferenza ed il numero dei firmatari necessari. Penso che la maggioranza, che ha agito in modo maldestro per ottenere la 12° firma (Giannini), stia subendo le conseguenze dello strumento precario da loro avviato. Mi scuso a nome del Consiglio Comunale perché credo che questi atteggiamenti non siano graditi dalla città e dai cittadini, e che qualcuno se ne debba assumere la responsabilità in modo indiscutibile".