"Ho letto con un certo stupore della riunione in casa Mione e delle dichiarazioni del consigliere Rampi su un'ipotesi strutturata di alleanza per le prossime elezioni tra la destra reazionaria, i populisti e pezzi di fuoriusciti dal PD che si richiamano ai valori della sinistra.
Tutto questo trova le radici nella querelle relativa alla revoca del Presidente del Consiglio comunale.
Prima di ogni altra cosa mi corre l'obbligo di far sapere ancora una volta ai cittadini sarzanesi che la revoca dell’incarico di presidente a Mione non è una vendetta politica perché egli è uscito dal Partito democratico. A termini di regolamento viene chiesta perché Mione ha utilizzato la carica, che è terza rispetto alla dialettica tra gli schieramenti per motivi di natura politica, contrapponendosi ripetutamente contro l'attività dell'amministrazione comunale.
Sia ben chiaro il PD non vuole mettere il silenziatore a nessuno e mi pare che il dibattito a Sarzana e non solo sia sempre stato molto vivace all'interno del mio partito. Il PD ritiene altresì che quel ruolo non può essere compatibile con un antagonismo politico. Ritiene che lui stesso avrebbe dovuto abbandonarlo per onesta intellettuale. Nessuno e tantomeno il Partito democratico, come detto, vuole negare un ruolo politico attivo e protagonista alle persone ma senza che questo confligga con il compito di una carica istituzionale come il Presidente del consiglio chiamato invece a svolgere le proprie mansioni con equilibrio, favorendo la discussione e non le contrapposizioni.
Adesso si scopre inoltre un'eclatante retroscena. La revoca del Presidente del consiglio diventa terreno politico condiviso per far nascere una anomala convergenza e un super listone per le prossime elezioni tra la destra reazionaria e i populisti. Questa alleanza non ha radici nella cultura politica sarzanese e ci meraviglia il furore che i neo-esponenti di MDP hanno nei confronti dei dirigenti del Partito Democratico. Una visione cosi miope da benedire neanche tanto velatamente scenari innaturali per la città.
Siamo consapevoli che il PD non esaurisce tutto il centrosinistra ed è per questo che stiamo lavorando e lavoreremo incessantemente per allargare questo fronte a tutte le forze della città che si richiamano a questi valori. Siamo altrettanto consapevoli che senza il Partito democratico il centrosinistra non vince.
È certo che nell'attività politica si possono commettere errori e anche noi ne abbiamo commessi. Siamo pronti a discuterne assieme e soprattutto di individuare percorsi comuni e prospettive future per la nostra città.
Siamo un partito che rende i posti dirigenza contendibili a tutti i livelli; che fa della partecipazione democratica uno dei suoi principali obiettivi politici come dimostrato anche nell’ultima tornata di primarie, dove sono andati a votare quasi duemila cittadini sarzanesi. Non credo che altre forze riescano a far partecipare tanta gente, soprattutto ad avere con la città un rapporto così forte. E su questo punto invito tutti a riflettere. Da noi la partecipazione è vera e non sono qualche decine di clic su qualche blog.
Lo spartiacque tra il PD e una destra reazionaria e populista sta nei fatti. Negli ultimi giorni abbiamo denunciato l'avvallo di atteggiamenti xenofobi del presidente Toti, di dichiarazioni di alcuni uomini dello stesso schieramento politico del presidente contro il patrimonio naturale e le aree protette.
È su questi punti che vogliamo chiamare a raccolta tutti quelli che hanno a cuore questo temi: dalla convivenza civile, al lavoro, all'ambiente, alla tutela dei più deboli. Parlo di tematiche sulle quali siamo aperti a discuterne con tutti".