Le organizzazioni sindacali, che peraltro negli anni passati hanno promosso convegni e dibattiti sulla questione, sia come UIL che come categorie, oggi sono mobilitate per mantenere i posti di lavoro, che è l'impegno prioritario, ma più che soffermarsi sulla mancanza del Sindacato, come fanno autorevoli esponenti politici, vale la pena interrogarsi più in generale sulle carenze delle istituzioni. Infatti la vicenda della tenuta di Marinella va inserita nel più ampio problema della valorizzazione della frazione, su cui si può facilmente verificare l'assenza, soprattutto, dell'Amministrazione Comunale.
I problemi sono molti: il recupero del borgo storico, la viabilità, l'annosa questione delle spiagge, con gli stabilimenti balneari che ad ogni inizio stagione non hanno nessuna certezza sulla continuità del loro lavoro, e ancora il degrado della ex colonia Olivetti. Tutto è lì a dimostrare l'insipienza delle Amministrazioni pubbliche.
Su tutto ciò grava l incapacità di una regia pubblica che finalmente faccia uscire Marinella dal desolante declino e possa valorizzarne le sue pur grandi potenzialità.
Fondamentali infatti ormai per lo sviluppo di un territorio sono la tempestività e la capacità di sviluppare un progetto complessivo che tenga conto della tutela del territorio ma anche dello sviluppo e delle sue peculiarità.
Fino ad oggi non abbiamo avuto nè difesa dell'ambiente nè occupazione: solo ritardi.
Emblematica è la vicenda del nuovo Archeogrill di cui si è cominciato a parlare alla fine degli anni '80 e solo nel prossimo anno, dopo 30 anni, vedremo la sua realizzazione.
Sarebbe l'ora e l'occasione che la politica ricominciasse a svolgere il suo ruolo: una volta almeno il comune di Sarzana progettava dei piani particolareggiati per Marinella, adesso non ci sono nemmeno quelli.
Insomma, si è passati dall'urbanistica contrattata all'urbanistica suggerita.
E non ci si può più fermare a piangere sul latte versato!