Dobbiamo avere una visione organica e complessiva della Sanità spezzina. Una visione che parta dalla sinergia dei nostri due maggiori ospedali, il Sant'Andrea della Spezia e il San Bartolomeo di Sarzana, senza contrapposizioni di sorta, perché solo così potremo creare un reale vantaggio ed un beneficio per la nostra comunità.
Per questo, a nostro avviso, bene si è fatto a procedere nel reinvestimento dei 2,5 milioni, risparmiati dall'operazione di riacquisto della porzione retrostante la Casa della salute di Sarzana, che, ricordiamo, fu venduta nel 2008 a circa un terzo di quella cifra e da allora giace nel degrado crescente, distribuendo quelle risorse tra Spezia e Sarzana e dunque tra servizi che, nella loro totalità, servono ai cittadini di tutta la Provincia.
Con questa filosofia abbiamo condotto e portato a termine la battaglia contro il riacquisto, giudicato dalla stessa ASL5 non fattibile, di una piccola porzione di quel che fu il vecchio ospedale cittadino di Sarzana.
Grazie al risparmio di quell'ingente cifra abbiamo permesso, per esempio, l'allestimento al Sant'Andrea della Spezia di una stanza UFA, un locale apposito dove si preparano i farmaci antiblastici, del costo di circa 540.000 €, consentendo così alla nostra ASL da un lato di evitare di doversi approvvigionare di quegli utili e costosi medicinali da altre Aziende Sanitarie, con un conseguente aggravio pesante di costi, e dall'altro di rimettere in funzione il Day Hospital oncologico di Sarzana che da oltre 15 anni non poteva somministrare i chemioterapici endovenosi ai pazienti della Val di Magra.
Al netto del sogno, nostro, di riuscire un giorno a riaprire un punto nascita a Sarzana, per fermare l'esodo delle partorienti della Val di Magra verso la Toscana, simili valutazioni possono essere fatte per gli investimenti che abbiamo consentito di avviare sul reparto di pediatria del S. Andrea per non citare poi i numerosi materiali acquistati per i reparti spezzini e sarzanesi, come l'acquisto dei nuovi letti elettrici o l'arrivo della nuova colonna laparoscopica.
Insomma, crediamo che la vecchia politica che, contrapponendo l'Ospedale della Spezia a quello di Sarzana, causò la devastante destrutturazione di tutto il sistema sanitario spezzino, non debba più prevalere e che le scelte debbano essere fatte nell'esclusivo interesse non di un territorio geografico a scapito di un altro ma esclusivamente nell'interesse dei cittadini di tutta la Provincia, e per questo continueremo a batterci.